Page 10 - La natura del corpo e dell'anima
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tutto a mancare, il cuore muore. Per questo i medici dicono che l’uomo non può
                  vivere  più  di  sette  giorni  senza  cibo,  né  più  di  sette  ore  senz’aria.  La  facoltà
                  spirituale, dunque, è quella che vivifica ogni organo e dalla quale viene la vita a
                  tutto ciò che nel corpo ha vita. Questo è lo spirito spirituale.

                  23. Esso, come già più volte si è detto, formatosi nel cuore, attraverso le arterie
                  pervade  tutte  le  membra  del  corpo,  potenziando  e  regolando  la  facoltà
                  spirituale e proteggendone le attività.
                  Le  arterie  che  fuoriescono  dal  cuore,  e  che  facendo  circolare  per  ogni  parte
                  dell’organismo  lo  spirito vitale servono  al cuore, sono villose,  hanno  cioè dei
                  villi  internamente  ed  esternamente:  i  villi  esterni  si  stendono  in  senso
                  longitudinale,  così  da  attirare  il  calore  e  lo  spirito  dal  profondo  del  cuore,  e
                  allora anche le arterie si dilatano. Gli altri villi, interni alle arterie, essendo posti
                  trasversalmente  comprimono  lo  spirito  e  ne  espellono  il  vapore  superfluo.
                  Questa è la prima digestione dello spirito spirituale. Lo spirito poi, attraverso le
                  arterie dette giovanili, che salgono sino al cervello lungo i lati destro e sinistro
                  del collo, entra nel cervello. Le arterie giovanili entrano infatti nel cranio.

                  24.  Il  cranio  è  la  sede  del  cervello,  ossia  la  scatola  del  capo,  nella  quale  è
                  contenuto appunto il cervello. Sia per i vapori, perché lo spirito possa passare
                  attraverso le piccole aperture [che rimangono] tra le giunture delle ossa, sia per
                  permettere  il  passaggio  alle  vene  e  alle  arterie  che  vi  devono  penetrare,  è
                  formato  da  molte  ossa.  Le  arterie  giovanili,  che  portano  lo  spirito  vitale  e
                  penetrano  nel  cranio  fino  alla  sede  del  cervello,  sotto  il  cervello  si  diramano
                  formando come una rete, affinché lo spirito, riscaldato da questa rete, venga di
                  nuovo digerito.
                  Lo  spirito  spirituale,  fermandosi  qui,  si  purifica  per  digestione.  Da  questa
                  digestione si forma lo spirito animale, che poi fuoriesce attraverso due arterie
                  che  si  incurvano  al  di  sopra  della  rete,  e  defluisce  sino  al  ventricolo  dei  lobi
                  cerebrali  anteriori.  25.  Qui  è  raffinato  e  depurato  ulteriormente,  ed  espelle  i
                  sedimenti da cui si è liberato attraverso il canale del palato e delle narici. Questa
                  è la sua terza digestione.
                  Passa poi ai ventricoli dei lobi posteriori, attraverso il passaggio che si trova nel
                  mezzo  fra  quelli  situati  davanti  e  quelli  che  stanno  dietro,  e  lí  produce  la
                  memoria  e  il  moto,  come  nei  lobi  anteriori  la  fantasia  e  la  sensibilità.  I  lobi
                  situati davanti costituiscono la parte anteriore del cervello, collocata nella parte
                  anteriore  della  testa,  quelli  che  stanno  dietro  la  parte  posteriore  del  cervello,
                  posta  nella  parte  posteriore  della  testa.  Ciascuno  di  essi  ha,  quasi  domicilio
                  personale, un ventricolo, entro il quale è contenuta la sua facoltà; in mezzo ad
                  essi si trova il ventricolo medio, che contiene la ragione e l’intelletto.

                  [Le funzioni del cervello]
                  26. Si deve notare che il cervello esercita alcune attività direttamente, altre per
                  mezzo di suoi agenti. Direttamente permette l’esercizio della ragione, posta nel
                  mezzo, come regina e signora, per la quale appunto ci distinguiamo dalle bestie,
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