Page 5 - La natura del corpo e dell'anima
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commestibile.
                  Allorché  si  assume  del  cibo,  la  bocca,  con  l’aiuto  dei  denti  e  della  lingua,  lo
                  riduce in minute particelle. La lingua lo distribuisce e i denti lo fanno a pezzi e
                  lo  triturano.  Il  cibo  coli  preparato  viene  mandato  nello  stomaco  attraverso  la
                  gola  e  l’esofago,  risultando  gustoso  per  un  palmo  appena.  L’esofago  è  un
                  organo  lungo,  tondeggiante,  concavo  e  internamente  villoso.  All’interno  ha
                  infatti dei lunghi peli, alcuni posti trasversalmente, altri diretti in alto verso la
                  bocca.  I  peli  volti  verso  l’alto  per  loro  natura  attraggono  il  cibo,  quelli  posti
                  trasversalmente lo comprimono, e così lo tramutano in succo, e a poco a poco lo
                  fanno scendere verso la bocca dello stomaco.

                  [Lo stomaco e la digestione]
                  7.  Lo  stomaco  ha  due  bocche,  una  situata  nella  parte  superiore,  l’altra  nella
                  parte inferiore, che vengono chiamate anche “porte”, perché di tempo in tempo
                  si aprono e si chiudono. La bocca superiore dello stomaco, ricevuto il  cibo, si
                  chiude fino a che questo non venga digerito. Lo stomaco, dopo aver assorbito
                  con  tale  digestione  ciò  che  trova  adatto  al  proprio  nutrimento,  attraverso  la
                  porta  inferiore  trasmette  agli  organi  sottostanti  ciò  che  rimane.  Esso  compie
                  tutto  questo  per  mezzo  di  quattro  sue  facoltà  naturali,  la  appetitiva,  la
                  contentiva,  la  digestiva,  la  espulsiva.  Anche  altre  parti  del  corpo  posseggono
                  queste  facoltà,  soprattutto  quelle  quattro  che  sono  chiamate  “parti
                  fondamentali”: cioè il  cervello, a cagione della facoltà animale  e sensoriale, il
                  cuore,  a  cagione  della  facoltà  spirituale,  il  fegato,  a  cagione  della  facoltà
                  naturale; gli organi genitali, a cagione della facoltà generativa.

                  8.  La  facoltà  appetitiva  e  quella  digestiva  determinano  l’appetito;  la  facoltà
                  contentiva, che opera fra di esse, serve alla digestione in quanto trattiene il cibo
                  perché non ritorni là donde è sceso, lo comprime, e un po’ alla volta, parte dopo
                  parte, lo spinge giù, secondo l’ordine conveniente alla digestione.
                  Le funzioni di queste facoltà dello stomaco, appetitiva, contentiva ed espulsiva,
                  si esplicano,  così  come si è detto a proposito dell’esofago, per mezzo di certi
                  villi che si estendono in senso longitudinale e trasversale per lo stomaco; di essi
                  non mancano anche alcuni visceri che si trovano più in basso sotto lo stomaco.
                  Tutto questo avviene con la prima digestione, che si compie nello stomaco. La
                  digestione di qualsiasi cibo è un’ebollizione determinata dal calore naturale.
                  Ciò  che  viene  fatto  passare  attraverso  la  porta  inferiore  [dello  stomaco]  è
                  ricevuto  dall’intestino  duodeno,  così  chiamato  perché  è  lungo  dodici  dita.
                  Avvenuta  la  digestione,  e  per  suo  mezzo  la  trasformazione  della  sostanza
                  digerita, segue l’espulsione della feccia.

                  9.  Altri  intestini  ricevono  ciò  che  viene  espulso:  tre  tenui  che  stanno  sopra,
                  attorno alla bocca dello stomaco, tre grossi [che stanno] più in basso. Vi è, sotto,
                  un  intestino  chiamato  tenue,  nel  quale,  dopo  la  digestione  che  si  è  detto
                  avvenire  nello  stomaco,  ciò  che  è  stato  espulso  da  questo  discende  e  rimane
                  finché, per una seconda digestione, il succo è meglio depurato e affinato. Ciò
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