Page 8 - La grandezza dell'anima
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L'anima è incommensurabile.
5. 9. A. - Hai mai guardato in piccoli specchi o hai mai visto la tua faccia riflessa
nella pupilla di un altro?
E. - Anzi spesso.
A. - Perché appare molto più
piccola della realtà?
E. - E vorresti che appaia disuguale dalla misura dello
specchio?
A. - Dunque necessariamente le immagini degli oggetti sensibili
appaiono piccole, se son piccoli gli oggetti sensibili, in cui appaiono.
E. - Sì,
certamente.
A. - Ora l'anima si trova in uno spazio tanto piccolo qual è il suo
corpo. Perché dunque in essa si possono riprodurre immagini tanto grandi al
punto che può rappresentarsi città, territori estesi ed altri smisurati oggetti
sensibili? Vorrei che tu pensassi con maggiore attenzione alle grandi e
numerose cose, che son conservate nella memoria. Ed esse certamente sono
contenute anche nell'anima. Quale estensione in terra, nel mare e nel cielo può
contenerle? Eppure sembrerebbe quasi che la nostra precedente indagine abbia
concepito l'anima tanto estesa quanto il corpo.
E. - Non trovo che rispondere e
non saprei dichiarare quanto tali difficoltà mi preoccupano. Ed ora mi sento
veramente oggetto di scherno, perché ho con tanta prontezza acconsentito alla
precedente dimostrazione che ho finito per ridurre la grandezza dell'anima alla
misura del corpo.
A. - Ma ora non la ritieni più qualche cosa come un soffio?
E.
- No, affatto. L'aria, di cui il vento, secondo probabile opinione, è come il
muoversi dell'onda, forse riempie tutto il mondo sensibile. Ma l'anima può
rappresentarsi innumerevoli ed estesissimi mondi di simile mole, ed io non
posso figurarmi in quale spazio contenga tali rappresentazioni.
A. - Vedi allora
che è meglio non ritenerla, come ho detto poco fa, lunga, larga e alta. Per la
giustizia me l'hai già concesso.
E. - Lo ammetterei volentieri, se non mi
trattenesse ancora la difficoltà del modo, con cui essa può contenere le
innumerevoli rappresentazioni di spazi così estesi senza una propria
lunghezza, larghezza e altezza.
La dimensione pura.
6. 10. A. - Lo scopriremo, forse in certi limiti, se prima analizziamo le tre
dimensioni, cioè lunghezza, larghezza e altezza. Ed allora prova a
rappresentarti la lunghezza, che ancora non ha implicato la larghezza.
E. - Non
posso rappresentarmela. Se mi propongo all'attenzione un filo di ragno, la cosa
più esile che di solito osserviamo, immediatamente mi viene in mente la
lunghezza, ma anche la larghezza e l'altezza. E per quanto piccolissime, debbo
affermare che vi sono.
A. - La tua risposta non è del tutto irragionevole. Ma
nell'atto che comprendi l'esistenza delle dimensioni nel filo di ragno, le
distingui e ne conosci la differenza?
E. - E come non conoscerla? Come avrei
potuto altrimenti riscontrare che nessuna dimensione mancava nel filo?
A. -
Col medesimo atto di pensiero, con cui le hai distinte, puoi anche, separando le
altre, rappresentarti la sola lunghezza. Basta che non ti rappresenti un