Page 11 - La grandezza dell'anima
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linee rette ma ineguali, è possibile che gli angoli siano eguali, o la pensi
diversamente?
E. - È assolutamente impossibile.
A. - Bene. Ma dimmi, quale
figura ti sembra più perfetta e più bella, quella composta di linee eguali o
ineguali?
E. - Ma chi può dubitare che è più perfetta quella, in cui prevale
l'eguaglianza?
Eguaglianza nel quadro e rombo.
9. 14. A. - Dunque preferisci l'eguaglianza alla ineguaglianza?
E. - Non saprei se
qualcuno non la preferisca.
A. - Osserva adesso che cosa nella figura composta
di tre angoli eguali si contrappone all'angolo, quanto dire che è posto dalla
parte opposta, la linea o l'angolo.
E. - La linea.
A. - E non ammetti che se si
contrappone angolo ad angolo e linea a linea, si ha maggiore eguaglianza che
nella figura, in cui ciò non avviene?
E. - Lo ammetto, ma non veggo come sia
possibile ottenerlo con tre linee.
A. - E con quattro è possibile?
E. - È
possibile.
A. - Dunque la figura, che risulta di quattro linee eguali, è più
perfetta di quella con tre.
E. - Più perfetta certamente, perché vi si manifesta
una maggiore eguaglianza.
A. - E ritieni che questa, la quale è composta di
quattro linee eguali, possa essere così strutturata che non tutti gli angoli siano in
essa eguali, oppure no?
E. - Veggo che è possibile.
A. - E come?
E. - Se due sono più acuti e due più
ottusi.
A. - E vedi anche come i due acuti e i due ottusi sono l'uno all'altro
opposti?
E. - Con assoluta certezza.
A. - Anche qui dunque intendi che, quanto
è possibile, è mantenuta l'eguaglianza. Ti rendi conto infatti, se la figura è
composta di quattro linee uguali, dell'impossibilità che, o tutti o per lo meno a
due a due, gli angoli non siano eguali e che quelli che sono eguali sono
opposti.
E. - Lo intendo e ne sono certissimo.
Eguaglianza e giustizia.
9. 15. A. - E non ti colpisce una certa grande e stabile giustizia anche in queste
cose?
E. - E come?
A. - Perché, a mio avviso, noi concepiamo la giustizia come
equità ed è manifesto che equità è denominata da eguaglianza. Ora l'equità in
questa virtù comporta che sia dato a ciascuno il suo. E certamente non si può
dare a ciascuno il suo, se non mediante una certa distinzione. La pensi
diversamente?.
E. - È chiaro e son pienamente d'accordo.
A. - E ritieni che si
dia distinzione, se tutte le cose fossero eguali e non differissero in nulla fra di
loro?
E. - No, certamente.
A. - Quindi non si può attuare la giustizia, se nelle
cose, in cui è attuata, vi sia una certa, per così dire, ineguaglianza e