Page 15 - La grandezza dell'anima
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12. 20. A. - Per il momento, compreso che cosa sono il segno, la lunghezza e la
superficie, rifletti quale di essi, secondo te, necessita, per essere, dell'altro e di
quale.
E. - Vedo che la superficie necessita della lunghezza, senza di cui è
inconcepibile. Comprendo che a sua volta la lunghezza, per essere, non
necessita della superficie, ma che non può essere senza il segno. Ed è evidente
che il segno è di per sé e non necessita delle altre due.
A. - Esatto, ma considera
attentamente se la superficie si può dividere da ogni parte, ovvero se è possibile
che da qualche parte essa non ammetta la divisione, sebbene la ammetta più
della lunghezza.
E. - Non saprei proprio da quale parte non è possibile.
A. -
Noto che non ricordi. Sarebbe proprio impossibile che non lo sai. Cercherò
dunque di fartelo ricordare nella seguente maniera. Certamente tu concepisci la
superficie così da non implicare nulla del volume.
E. - D'accordo.
A. - Si
aggiunga dunque alla superficie anche il volume. Dimmi adesso se vi è stato
aggiunto qualche cosa, per cui sia maggiormente divisibile da ogni parte.
E. -
Molto abilmente mi hai stimolato al ricordo. Ora comprendo che si ha
divisibilità non solo dall'alto e dal basso, ma anche dai lati e che non v'è rimasta
parte, di cui sia impossibile la divisione. È evidente quindi che la superficie è
indivisibile da quelle parti, da cui deve levarsi il volume.
Dimensioni intelligibili.
12. 21. A. - Dunque, salvo mio abbaglio, hai la nozione di lunghezza, superficie
e volume. Ti chiedo ora se è possibile che, dato il volume, manchino le prime
due dimensioni.
E. - Mi pare che senza lunghezza è impossibile il volume, è
possibile senza superficie.
A. - Ritorna dunque alla rappresentazione della
superficie. Se l'hai concepita come un piano orizzontale, sollevala
perpendicolarmente, come se la volessi far uscire attraverso il sottilissimo
spiraglio, in cui s'incontrano i battenti di una porta chiusa. Non comprendi
ancora il mio intento?
E. - Comprendo le tue parole, ma non ancora forse il tuo
intento.
A. - Mio intento è che tu risponda se la superficie, sollevata in tal
modo, si è trasformata in volume ed ha perduto il concetto specifico di
superficie, ovvero se rimane superficie, anche se è così disposta.
E. - Ritengo
che è divenuta volume.
A. - Ti ricordi, scusa, come abbiamo definito il
volume?
E. - Certo che lo ricordo e adesso mi vergogno di averti risposto così.
La superficie, anche sollevata in quel modo, non è divisibile dall'alto in basso,
quindi non è concepibile in essa una massa, sebbene siano concepibili il centro e
il perimetro. In base alla precedente dimostrazione sul volume, che mi hai
richiamato alla mente, non v'è volume, in cui all'interno non si debba concepire
una massa.
A. - Bene, desideravo proprio che te ne rammentassi. Ed ora vorrei
che tu mi dica se ritieni l'intelligibile più perfetto del sensibile.
E. - Esitare in
proposito sarebbe incredibile pazzia.
A. - Dimmi dunque, ti prego: è linea
intelligibile quella che fosse divisibile nel senso della lunghezza, segno
intelligibile quello che in qualche modo fosse divisibile, superficie intelligibile