Page 17 - La grandezza dell'anima
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perfetto del corpo. Ciò ammesso, non v'è dubbio, secondo il mio parere, che è
                  più perfetto anche della linea. Le tre dimensioni sono nel corpo perché esso sia
                  corpo.  Sarebbe  quindi assurdo  che  un essere più  perfetto di esse  non sia più
                  perfetto del corpo. Ma è evidente che lo spirito è più perfetto della linea stessa
                  ed essa eccelle sulle altre due dimensioni, perché è meno divisibile. Ora le altre
                  due  in  tanto  sono  più  divisibili  della  linea,  in  quanto  hanno  maggiore
                  estensione. La linea al contrario ha soltanto l'estensione della lunghezza. Se si
                  elimina,  non  rimane  estensione.  Necessariamente  dunque  tutto  ciò  che  è  più
                  perfetto della linea  è  fuori dell'estensione  ed  è  assolutamente  impossibile che
                  sia  geometricamente  divisibile.  Invano  quindi,  come  penso,  ci  affanniamo  a
                  trovare nello spirito una inesistente quantità, se dobbiamo ammettere che è più
                  perfetto della linea. Di tutte le figure piane è più perfetta quella che è chiusa in
                  una  circonferenza  ed  è  stato  dimostrato  che  l'elemento  più  perfetto  e  più
                  funzionale in essa è il centro, il quale senza dubbio è immune da parti. Non c'è
                  da  meravigliarsi  dunque  se  l'anima  non  è  corporea,  non  si  estende  nella
                  lunghezza,  non  si  allarga  nella  superficie,  non  diviene  solida  col  volume  ed
                  esercita tuttavia tanto dinamismo sul corpo che in essa risiedono la morfologia
                  di tutte le membra e il fulcro attivo di tutte le funzioni fisiologiche.


                  ...e pensa se stesso.



                  14. 24. Il punto mediano dell'occhio, la pupilla, non è in certo senso che il centro
                  dell'occhio. Ma vi risiede tanta funzionalità, che con esso da un luogo elevato
                  può  osservare, spaziando,  la metà  del cielo, la cui estensione  è inesprimibile.
                  Dunque  non  è  illogico  che  lo  spirito  sia  totalmente  immune  da  grandezza
                  corporea, la quale si ottiene con le tre dimensioni, sebbene possa rappresentarsi
                  qualsiasi grandezza  corporea.  Ma a pochi  è concesso vedere lo  spirito con lo
                  spirito stesso, cioè che lo spirito veda se stesso. Si vede mediante l'intelligenza.
                  Ad essa soltanto è lecito vedere che nella realtà non v'è essere più attivo e più
                  perfetto di quegli esseri che si concepiscono, per così dire, senza rigonfiamenti.
                  Rigonfiamento  si  può  appunto  non  illogicamente  considerare  la  grandezza
                  corporea.  Se  questa  fosse  da  tenersi  in  considerazione,  gli  elefanti  avrebbero
                  certamente maggiore intelligenza di noi. Qualcuno, loro familiare, dirà che gli
                  elefanti hanno intendimento. Ho sentito dire, certamente con stupore, ho sentito
                  dire comunque che si avanzano dubbi anche su questo argomento. Ma quel tale
                  vorrà  per  lo  meno  concedere,  per  quanto  ne  capisco  io,  che  l'ape  ha  più
                  intendimento dell'asino. E paragonarne le grandezze è certamente peggio che
                  da asini. Ma torniamo a quanto dicevamo dell'occhio. Ognuno sa che l'occhio
                  dell'aquila è molto più piccolo del nostro. Si è osservato tuttavia che essa, pur
                  volando così alto che da noi può difficilmente esser vista sebbene in piena luce,
                  scopre  con  l'occhio  un  leprotto  nascosto  sotto  un  cespuglio  o  un  pesce
                  nell'acqua.  Quindi  anche  nei  sensi,  cui  è  dato  percepire  soltanto  oggetti
                  sensibili, la grandezza  del corpo  non vale nulla agli effetti, cioè  al potere  del
                  sentire stesso. Non si deve temere dunque che lo spirito umano, il cui sguardo
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