Page 18 - La grandezza dell'anima
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più eccellente e quasi unico è la ragione con cui prova di scoprire perfino se
stessa, è un nulla, se la ragione può dimostrare che lo spirito, cioè se stessa, è
immune da quantità, con cui si occupa lo spazio. Nel concepire lo spirito si deve
pensare una grandezza, credimi, una grandezza ma senza massa. È più facile a
coloro che con una buona cultura iniziano ad applicarsi a questi problemi, non
per amore di vana gloria, ma infiammati di amore divino per la verità, ovvero
anche a coloro che già vi si applicano, sebbene abbiano iniziato l'indagine con
cultura meno solida. In tal caso devono con costanza offrirsi docili ai buoni e
distaccarsi dalla sensibilità, quanto è possibile in questa vita. Per divina
provvidenza non può accadere che la possibilità di trovare venga a mancare
agli spiriti religiosi che con pietà, purità e diligenza cercano se stessi e il proprio
Dio, cioè la verità.
L'anima non sviluppa come il corpo (15, 25 - 22, 40)
Superiorità della ragione.
15. 25. - Ma abbandoniamo, per favore, l'argomento, se non hai più difficoltà.
Passiamo ad altro. Ti accorgerai quanto sarà utile per le successive questioni
quella riguardante le figure, trattata da noi forse con maggiore abbondanza di
parole di quanto tu desiderassi, se vorrai ammettere che la discussione se ne è
avvantaggiata. Difatti questo genere di studi esercita lo spirito a cogliere i
concetti più alti. Altrimenti abbacinato dalla loro luminosità e incapace di
sostenerla, si rifugia volentieri nelle tenebre che, voleva fuggire. Tale studio
offre inoltre delle prove tanto certe da far si che la tesi dimostrata renda
ingiustificato il dubbio, nei limiti in cui è possibile agli uomini l'indagare su tali
problemi. [Il dubbio ingiustificato si ha in due maniere. O un individuo capace
di pensiero si rende così pigro mentalmente nella ricerca della verità da
preferire di rimanere nelle tenebre della sensibilità, anziché, per il fatto che è
stato formato dal suo Creatore, impegnarsi con vero atto di pensiero nella
ricerca incessante di se stesso e di Dio. Oppure l'individuo persiste con
ingiustificata caparbietà a dubitare che si possano scoprire e dimostrare verità,
che sono state scoperte e dimostrate da altri, i quali si sono impegnati in una
ricerca attenta e religiosa. Ma lo fanno per il solo motivo che essi non le hanno
raggiunte. Ed è un ingiustificato tipo d'invidia, come la logica dimostra]. Io,
personalmente, dubito meno di tali nozioni che degli oggetti percepiti con gli
occhi, i quali devono continuamente battagliare con la cispa. La cosa più
insopportabile ad udirsi è ammettere che mediante la ragione siamo superiori
alle bestie e ad un tempo sostenere che l'oggetto sensibile, che alcune bestie
percepiscono meglio di noi, è qualche cosa e che l'oggetto intelligibile è un
nulla. Eppure sembrerebbe irrispettosa perfino l'affermazione, con cui si
considerasse simile all'oggetto sensibile.