Page 19 - La grandezza dell'anima
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Il problema dello sviluppo in grandezza.


                  15.  26.  E.  -  Accetto  volentieri  codesta  dimostrazione  e  ne  ho  certezza.  Ma
                  sebbene mi sia chiaro l'argomento che l'anima è immune da quantità, al punto
                  che non so come obiettare contro le prove e quale punto ribatterne, mi turba
                  ancora qualche difficoltà. E prima di tutto perché con l'età l'anima ha un suo
                  sviluppo,  o  per  lo  meno  sembra  che  l'abbia  come  il  corpo.  Infatti  non  si  può
                  negare  che  i  bambini  nella  prima  infanzia  non  reggono  il  confronto  con
                  l'avvedutezza di alcune bestie, come non si può negare che, con il loro sviluppo,
                  sviluppa in qualche modo in essi anche la ragione. In secondo luogo se l'anima
                  si  distende  nell'estensione  del  proprio  corpo,  in  che  modo  è  immune  da
                  quantità? Se poi non si distende, come sente una puntura in ogni parte del suo
                  corpo?
A. - Mi fai obiezione proprio su argomenti che sempre hanno costituito
                  per me difficoltà. Quindi non sono impreparato a risponderti nei termini con
                  cui  abitualmente  rispondo  a  me  stesso.  Se  bene,  giudicherà  la  ragione  che  ti
                  guida. Comunque di più non posso certamente, salvo che, mentre discutiamo,
                  non  venga  alla  mente  per  ispirazione  qualche  cosa  di  più  valido.  Ma  se
                  preferisci, usiamo il nostro metodo. Sotto la guida della ragione rispondi a  te
                  stesso. E prima di tutto esaminiamo se sia valida l'obiezione dello spirito che si
                  svilupperebbe  col  corpo  poiché  col  crescere  dell'età  l'individuo  si  arricchisce
                  d'esperienza e si rende gradualmente più disposto ad usarla.
E. - Fa pure così.
                  Anche io preferisco questo metodo d'insegnamento e d'apprendimento. Non so
                  come,  ma  quando  nella  ricerca  maieutica  posso  rispondere  a  me  stesso,  la
                  scoperta mi dà maggiore soddisfazione, non solo per il fatto in sé, ma anche per
                  la sorpresa.

                  Virtù e coerenza e non estensione...



                  16. 27. A. - Dimmi dunque se, secondo te, il più e il meglio sono due nozioni
                  distinte,  ovvero  una  sola  e  medesima  nozione  designata  con  due  nomi
                  diversi.
E. - So che altro è il più ed altro il meglio.
A. - Qual è fra i due quello,
                  cui  attribuisci  la  quantità?
E.  -  Quello  che  denominiamo  il  più.
A.  -  Ed  è  la
                  quantità  o  altro  a  far  sì  che  fra  le  due  figure  il  cerchio  sia  migliore  del
                  quadrato?
E.  -  Ma  non  la  quantità,  ma  l'eguaglianza,  di  cui  abbiamo  parlato
                  dianzi,  è  artefice  della  maggiore  perfezione.
A.  -  Ed  ora  rifletti  se  la  virtù  ti
                  sembra  una  certa  eguaglianza  della  vita  pienamente  coerente  con  la  ragione.
                  Infatti  se  nella  vita  v'è  un  aspetto  in  dissidio  con  un  altro,  noi,  salvo  errore,
                  subiamo maggiore danno che se qualche parte del circolo sia, nel confronto con
                  altre,  a  maggiore  o  minore  distanza  dal  centro.  La  pensi  diversamente?
E.  -
                  Tutt'altro.  E  approvo  la  tua  definizione  della  virtù.  Infatti  non  può  essere
                  denominata o considerata ragione se non la ragione ideale. Quindi l'individuo,
                  la cui vita è pienamente conforme all'ideale verità, è certamente il solo, o per lo
                  meno nella forma più alta, a vivere secondo l'onestà morale. Si deve ritenere che
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