Page 21 - La grandezza dell'anima
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generatrice di ragioni numeriche  certamente occulte  e  misteriose.  A  più  forte
                  ragione  non  dobbiamo  immaginarci  che  l'anima  col  tempo  sviluppi  in
                  lunghezza  dal  fatto  che,  come  si  può  notare,  ha  appreso  molte  cose  nella
                  continuità dell'esperienza.


                  Non grandezza corporea ma spirituale.



                  17. 30. Forse ti rende perplesso anche il fatto che noi traduciamo la  dei Greci
                  con longanimità. Ma è opportuno tener presente che molte parole si applicano
                  per traslato dall'ordine fisico a quello spirituale e viceversa. Virgilio ha definito
                  improbo  un  monte  e  giustissima  la  terra  2.  Come  vedi,  le  parole  sono  state
                  trasferite dall'ordine spirituale a quello fisico. Non c'è da stupirsi dunque se per
                  reciprocità  si  parla  di  longanimità,  sebbene  soltanto  i  corpi  possono  esser
                  lunghi. La virtù poi che si denomina magnanimità va logicamente intesa non in
                  riferimento all'estensione, ma a forza ovvero energico dominio spirituale. È una
                  virtù che si deve tanto più stimare quante più cose disprezza. Ne parleremo in
                  seguito,  quando  esamineremo,  secondo  lo  schema  prefisso,  la  grandezza
                  dell'anima nel senso in cui abitualmente si chiede quanto grande fu Ercole per
                  grandezza d'imprese e non per sviluppo delle membra. Ora  è opportuno che
                  richiami  quanto,  abbastanza  esaurientemente,  abbiamo  detto  sul  centro.  La
                  dimostrazione ci ha convinto che esso è funzionalissimo e che è predominante
                  nelle  figure.  Ora  la  funzionalità  e  il  predominio  sono  indice  d'una  certa
                  grandezza,  e  tuttavia  nel  centro  non  abbiamo  potuto  riscontrare  l'estensione.
                  Dunque quando si ode o si dice che lo spirito è grande o immenso, non si deve
                  intendere grandezza dell'estensione occupata, ma grandezza di potere. Pertanto
                  se la tua prima obiezione, fondata sulla tua ipotesi che attraverso l'età lo spirito
                  sviluppi col corpo, è stata sufficientemente discussa, passiamo ad altro.


                  Il bambino e l'inizio del linguaggio.



                  18. 31. E. - Non so se abbiamo esaminato tutti i temi, che abitualmente sono per
                  me motivo di giustificato dubbio. È possibile anche che alcuni sfuggano al mio
                  ricordo. Tuttavia esaminiamone uno che mi viene in mente in questo momento,
                  e  cioè  la  ragione  per  cui  il  bambino  nella  prima  infanzia  non  ha  la  favella  e
                  l'acquista con la crescenza.
A. - È facile la risposta. Dovresti sapere, penso, che
                  ciascuno parla la lingua degli individui, fra cui è nato e cresciuto.
E. - Lo sanno
                  tutti.
A. -  Supponi dunque che  un individuo sia nato e  allevato in un luogo,
                  dove gli uomini non parlano, ma si esprimano con cenni e gesti. Non pensi che
                  anche egli si comporterà ugualmente e che non acquisterà la parola perché non
                  ha  udito  parlare?
E.  -  Non  mi  porre  domande  sull'ineventuale.  Che  razza
                  d'uomini sono costoro, fra cui dovrei supporre la nascita d'un individuo?
A. -
                  Non hai mai visto a Milano un giovanotto di belle forme e di buone maniere,
                  tuttavia muto e sordo al punto che non comprendeva gli altri se non dai gesti
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