Page 44 - La grandezza dell'anima
P. 44
32. 65. Ti chiedo inoltre se ritieni che nel nostro discorso altro è il suono ed altro
l'oggetto significato dal suono.
E. - Secondo me s'identificano.
A. - Dimmi
dunque da chi è prodotto il suono, quando parli.
E. - Da me, che dubbio?
A. -
Allora da te è prodotto il sole nell'atto che lo nomini?
E. - M'hai posto la
domanda sul suono e non sull'oggetto.
A. - Dunque altro è il suono ed altro
l'oggetto significato dal suono. Tu hai detto che s'identificano.
E. - Allora
ammetto che altro è il suono che significa ed altro l'oggetto che è significato.
A.
- Dimmi allora se ti è possibile nominare, in lingua latina che tu conosci, il sole
se non precede il concetto di sole.
E. - È impossibile.
A. - E se prima che il
nome ti esca dalla bocca, in procinto di pronunciarlo, tu ti trattieni un po' in
silenzio, non è presente nel tuo pensiero ciò che un altro udirà nella espressione
orale?
E. - Certo.
A. - Il sole è di molta grandezza, ma il concetto, che hai in
mente, prima di pronunciare la parola, si può considerare lungo o largo o altro
di simile?
E. - No, assolutamente.
...ma le parti non significano...
32. 66. A. - Dimmi un'altra cosa. Dunque il nome esce dalla tua bocca ed io,
udendolo, penso il sole, che in precedenza anche tu hai pensato assieme alla
parola e che adesso forse entrambi pensiamo. Non ti pare che il nome ha
ricevuto da te il significato da trasmettere al mio udito?
E. - Sì.
A. - Ora il nome
implica suono e significato. Il suono è di competenza dell'udito, il significato
dell'intelligenza. Non ti sembra dunque che nel nome, in analogia ad un essere
animato, il suono è corpo e il significato quasi anima del suono?
E. - È molta la
somiglianza, mi sembra.
A. - Considera ora se il suono è divisibile in lettere,
quantunque la sua anima, il significato, non è divisibile. Mi hai già detto che,
secondo te, nel nostro pensiero il significato non è né largo né lungo.
E. -
D'accordo.
A. - E quando il suono si divide nelle singole lettere, mantiene il
medesimo significato?
E. - Non è possibile che le lettere separate significhino
l'oggetto che è significato dal nome che di esse si compone.
A. - Ma quando,
perdendo il significato, il nome è smembrato nelle lettere, che altro è avvenuto,
secondo te, se non che l'anima si è separata dal corpo smembrato e che è
avvenuta, per così dire, la morte del nome?
E. - Non solo approvo, ma lo faccio
tanto volentieri perché è la parte che più mi va a genio del nostro discorso.
...salvo che nelle parole composte.
32. 67. A. - Dunque dall'analogia hai sufficientemente compreso come l'anima
possa rimanere indivisibile, nonostante la divisione del corpo. Considera ora
come sia possibile che le parti separate del corpo mantengano la vita, sebbene
l'anima non sia divisa. Hai già ammesso, e giustamente secondo me, che il
significato, quasi anima del suono nell'atto che si proferisce un nome, è
assolutamente indivisibile, mentre è divisibile il suono, che ne è quasi corpo.