Page 39 - La grandezza dell'anima
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29. 57. A. - Ma eccoti un altro motivo per farci maggiormente vergognare della
                  definizione.  Ricordi,  come  penso,  il  terzo  difetto  di  una  definizione  che  ti  ho
                  presentato, il più grosso di tutti, perché essa non è vera da nessuna delle due
                  prospettive.  Ad  esempio,  è  tale  quella  dell'uomo:  L'uomo  è  un  animale
                  quadrupede.  Chi  afferma  mediante  giudizio:  Ogni  uomo  è  animale
                  quadrupede,  ovvero:  Ogni  animale  quadrupede  è  uomo,  salvo  facezia,  è
                  certamente  pazzo.
E.  -  Giusto.
A.  -  E  posto  che  la  nostra  definizione  abbia
                  questo deplorevole difetto, vi sarebbe qualche cosa che, secondo te, si dovrebbe
                  assolutamente  eliminare  dall'anima?
E.  -  Chi  non  lo  ammetterebbe?  Ma  non
                  vorrei,  se  possibile,  esser  trattenuto  tanto  a  lungo  sull'argomento  ed  essere
                  frastornato da tante domande minuziose.
A. - Non temere, l'operazione è ormai
                  terminata.  Non  sei rimasto  convinto,  quando  si  è  trattato  della differenza  fra
                  bestie  e  uomini,  che  altro  è  avere  sensazione  ed  altro  avere  scienza?
E.  -  Sì,
                  certamente.
A. - Dunque altro è sensazione ed altro è scienza.
E. - Sì.
A. - Ma
                  noi non abbiamo la sensazione mediante il pensiero, ma con la vista o l'udito o
                  l'odorato o  il  gusto o il  tatto.
E.  -  D'accordo.
A.  -  E  dell'oggetto,  di  cui  si  ha
                  scienza,  si  ha  scienza  col  pensiero.  Dunque  la  sensazione  non  è  scienza.  Ma
                  l'oggetto presente all'anima appartiene alla scienza. Dunque l'aver presente non
                  appartiene  alla  sensazione,  allo  stesso  modo  che  l'uomo  non  può  essere
                  considerato quadrupede. Pertanto viene condannata questa nostra definizione,
                  da te patrocinata, perché non solo ha invaso i confini altrui e ha lasciato qualche
                  cosa che era di suo diritto, ma addirittura non ha nulla di suo e tutto ciò che ha
                  occupato non è suo.
E. - Che fare dunque? Sopporterai che se ne vada così dal
                  nostro tribunale? In quanto a me, è vero che le ho offerto il patrocinio che ho
                  potuto, ma sei stato tu a produrre la formula dell'azione giudiziaria che ci ha
                  tratto in errore. Io inoltre, sebbene non abbia potuto vincere la causa, tuttavia
                  ho dato la mia assistenza con lealtà. E per me basta. Ma tu, se sarai accusato
                  d'imbroglio  in atto legale, che farai? Proprio tu l'hai prodotta in giudizio  per
                  farle difendere arrogantemente il suo buon diritto per poi impugnarla e farla
                  perdere con disonore.
A. - Ma c'è qui un giudice, da cui essa ed io dobbiamo
                  temere?  Io,  nella  veste  di  giureconsulto  interpellato,  ti  ho  voluto  ribattere  in
                  sede  non  legale  per  istruirti.  Così  assisterai  preparato,  quando  si  verrà  in
                  giudizio.


                  29.  58. E. -  Dunque  v'è  altro che devi produrre a favore  di essa? E poi  affidi
                  imprudentemente la sua difesa in giudizio a un avvocato inabile come me.
A. -
                  Sì, v'è altro.

                  ...sensazione è rappresentazione immediata.



                  30.  58.  E.  -  Prego,  di  che  si  tratta?
A.  -  Sono  due  cose  diverse  sensazione  e
                  scienza,  ma  l'avere  presente  è  comune  ad  entrambe  allo  stesso  modo  che
                  animale  è  comune  all'uomo  e  alla  bestia,  sebbene  siano  molto  differenti.
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