Page 10 - La contemplazione di Dio
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non è nient’altro che l’essere salvati da te.
16. Che cos’è, infatti, la salvezza che ci doni, o Signore, da cui la salvezza ci viene
e sul cui popolo è la tua benedizione (Salmo 79,18), se non ciò che riceviamo da te
per amarti e per essere amati da te? Per questo, Signore, hai voluto che il figlio
della tua destra, l’uomo che hai fortificato in vista del tuo disegno, fosse
chiamato Gesù, cioè salvatore: egli, infatti, salverà il suo popolo dai suoi peccati
(Matteo 1,21) e non c’è altro in cui si trovi salvezza. È lui che ci ha insegnato ad
amarlo, quando per primo ci ha amati fino alla morte di croce e con il suo
amore e la sua dilezione ha suscitato in noi l’amore per lui, che per primo ci ha
amati sino alla fine.
Questa è la giustizia dei figli degli uomini: «Amami, perché io ti amo». È raro,
invece, che qualcuno sappia dire: «Ti amo, affinché tu mi ami». Ed è proprio
quello che tu hai fatto, come proclama e predica il servo del tuo amore: tu ci hai
amati per primo. Ed è così, è davvero così: ci hai amati per primo, affinché noi
amassimo te; non perché tu avessi bisogno di essere amato da noi, ma perché lo
scopo per cui ci hai creati, non potevamo perseguirlo se non amandoti. Ecco
perché, dopo aver parlato in passato molte volte e in diversi modi ai padri per bocca dei
profeti, da ultimo, in questi giorni, hai parlato a noi per bocca del tuo figlio (Ebrei
1,1-2), del tuo Verbo, per mezzo del quale sono stati fissati i cieli e grazie al soffio
della sua bocca ogni loro potenza (Salmo 32,6). E parlare per mezzo del tuo Figlio
non è stato altro che metterlo alla luce, cioè renderlo manifesto.
17. Quanto e come ci hai amati, tu che non hai risparmiato il tuo proprio Figlio,
ma l’hai dato per noi tutti, lui che ci ha amati ed ha dato se stesso per noi! Lui è
la parola che tu ci rivolgi, Signore, l’onnipotente tua voce, la quale, mentre tutto
era avvolto dal profondo silenzio dell’errore, venne dal suo trono regale,
implacabile vincitore dell’errore, dolce dispensatore d’amore. E tutto ciò che
fece, tutto ciò che disse sulla terra, fino agli insulti, agli sputi e agli schiaffi, fino
alla croce e al sepolcro, non fu altro che il tuo parlarci per bocca del tuo Figlio,
provocando e suscitando col tuo amore il nostro amore per te. Tu, infatti,
sapevi, o Dio creatore delle anime, che a questo slancio le anime dei figli degli
uomini non possono essere costrette, ma devono essere sollecitate, perché là
dove c’è costrizione, non c’è libertà; e dove non c’è libertà, non c’è giustizia.
Tu, invece, Signore giusto, volevi salvarci con giustizia, tu che nessuno salvi o
condanni se non con giustizia, che istruisci per noi il giudizio e la causa, che
siedi sul trono e rendi giustizia, quella giustizia, però, che hai stabilito tu,
affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia sottomesso a Dio (Romani 3,19),
poiché tu usi misericordia a chi usi misericordia ed hai pietà di chi avrai avuto
misericordia. Hai, dunque, voluto che ti amassimo, noi che non potevamo
essere salvati con giustizia se non amandoti, e non potevamo amarti se questo
amore non fosse venuto da te. Tu, Signore, come dice l’Apostolo del tuo amore
e come abbiamo già detto anche noi, ci hai amati per primo e per primo ami
tutti coloro che ti amano.