Page 87 - La Regola Pastorale
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iniquità. Per cui avviene che, quando commettono davanti a Dio i peccati maggiori, ciò
                  è  iniquità  aperta;  e  quando  custodiscono  piccole  buone  azioni  davanti  agli  uomini,  è
                  santità simulata. Perciò infatti si dice dei Farisei: Filtrano il moscerino e inghiottiscono
                  il cammello (Mt. 23, 24); come se dicesse apertamente: lasciate da parte i peccati piccoli
                  e divorate quelli grandi. È perciò che ancora si sentono rimproverare dalla bocca della
                  Verità: Pagate la decima della menta, dell’aneto, e del cimino e trascurate ciò che è più
                  importante nella legge: la giustizia, la misericordia, la fedeltà (Mt. 23, 23). E occorre
                  ascoltare  con  attenzione,  perché  quando  parla  delle  decime  più  piccole,  ricorda
                  intenzionalmente,  fra  le  erbe,  le  ultime  ma  profumate;  certo  per  mostrare  che  i
                  simulatori, quando custodiscono le piccole buone azioni, cercano di spandere l’odore di
                  una santa opinione di se stessi; e quantunque tralascino di compiere i beni più grandi,
                  hanno cura dei piccoli che, a giudizio umano, spandono profumo in lungo e in largo.

                  34 — Come bisogna ammonire coloro che non incominciano neppure a fare il bene, e
                  coloro che dopo averlo incominciato non lo portano a termine

                  Diverso è il modo di ammonire coloro che non incominciano neppure a fare il bene e
                  coloro che, dopo averlo incominciato, non lo portano a termine. Quanto ai primi, non
                  bisogna far loro presente, innanzitutto, ciò che devono sanamente amare, ma distruggere
                  ciò  a  cui  si  applicano  maliziosamente.  Infatti,  non  vanno  dietro  a  ciò  di  cui  sentono
                  parlare senza averne l’esperienza, se prima non comprendono quanto sia nocivo quello
                  che  hanno  sperimentato;  giacché  non  desidera  di  essere  rialzato,  colui  che  ignora
                  perfino  di  essere  caduto;  e  colui  che  non  sente  il  dolore  della  ferita,  non  ricerca  il
                  rimedio per sanarla. Dunque, bisogna prima mostrare quanto sia vano ciò che amano, e
                  poi con molta cautela bisogna insinuare quanto sia utile quello che tralasciano. Vedano,
                  prima, che quel che amano è da fuggire, e poi, senza difficoltà, si renderanno conto che
                  è amabile ciò che fuggono. Accolgono meglio, infatti, ciò di cui non hanno esperienza,
                  se  riconoscono  per  vero  quanto  è  stato  loro  dimostrato  su  ciò  che  conoscono  per
                  esperienza.  Allora,  dunque,  imparano  con  pieno  desiderio  a  cercare  le  cose  vere  e
                  buone,  quando  cioè  abbiano  compreso  con  giudizio  sicuro  di  essere  stati  vanamente
                  attaccati a cose false.  Ascoltino  quindi, che il piacere dei  beni  presenti  è destinato  a
                  passare ben presto, e tuttavia la loro causa permarrà per una vendetta senza fine, poiché,
                  ora, viene sottratto loro, contro voglia, ciò che piace; e, allora, ciò che procura dolore,
                  sarà  loro  riservato  come  supplizio,  ancora  contro  voglia.  E  così  abbiano  un  salutare
                  terrore delle medesime cose da cui traggono un piacere che li danna, affinché l’animo,
                  che resta colpito alla vista dei danni profondi della sua propria rovina e si accorge di
                  essere giunto sull’orlo del precipizio, rivolga indietro i suoi passi e, nel vivo timore di
                  ciò  che  prima  amava,  impari  ad  amare  ciò  che  disprezzava.  Perciò  viene  detto  a
                  Geremia, mandato a predicare: Ecco, oggi ti ho costituito sopra le genti e sopra i regni,
                  perché  tu  sradichi  e  distrugga,  disperda  e  dissipi,  ed  edifichi  e  pianti  (Ger.  1,  10);
                  perché, se prima non avesse distrutto ciò che era perverso, non avrebbe potuto edificare
                  utilmente ciò che era retto; se non avesse sradicato dai cuori dei suoi ascoltatori le spine
                  di un amore vano, è certo che, invano, avrebbe piantato in loro le parole della santa
                  predicazione. Perciò  Pietro,  prima abbatte per poi  costruire, quando non ammoniva i
                  Giudei riguardo a ciò che ormai avrebbero dovuto fare, ma li rimproverava di ciò che
                  avevano fatto, dicendo: Gesù Nazareno, uomo approvato da Dio tra voi, per i miracoli,
                  i  prodigi,  i  segni  che  Dio  operò  in  mezzo  a  voi,  attraverso  lui,  come  voi  sapete:
                  quest’uomo, consegnato per un disegno prestabilito dalla prescienza di Dio, lo avete
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