Page 91 - La Regola Pastorale
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così che per essa non aumentino i vizi contrari a quelle virtù
Queste sono le avvertenze che il Pastore d’anime deve osservare nella diversità della
predicazione, per contrapporre con sollecitudine medicine adatte alle ferite dei singoli.
Ma se è di grande impegno il servire alle situazioni individuali, nell’esortazione dei
singoli, se è molto faticoso istruire ciascuno, in quanto lo può direttamente riguardare,
con la dovuta considerazione, tuttavia è di gran lunga più faticoso farlo, nello stesso
tempo e con il medesimo discorso, nei. confronti di ascoltatori numerosi e sottoposti a
passioni diverse; e il discorso deve essere regolato con tanta arte da adattarsi ai singoli
ascoltatori coi loro diversi vizi, e insieme da non contraddirsi; da passare tra le passioni
seguendo un solo tracciato, ma come una spada a due tagli, incidendo i tumori dei
pensieri carnali da parti opposte, così che si predichi l’umiltà ai superbi in modo che
però ai timidi non aumenti il timore; ai timidi si infonda sicurezza, in modo che però
non cresca la sfrenatezza dei superbi. Si predichi agli oziosi e ai torpidi la sollecitudine
del bene operare in modo che però non si accresca la licenza di una attività smodata
negli inquieti. Si ponga una misura agli inquieti in modo che però il torpore degli oziosi
non si senta sicuro. Si spenga l’ira degli impazienti in modo che però, ai remissivi e ai
tranquilli non aumenti la negligenza. I tranquilli siano eccitati allo zelo, in modo che
però non si aggiunga fuoco agli iracondi. Si infonda spirito di larghezza nel dare agli
avari in modo che però non si allentino i freni della liberalità smodata ai prodighi; e si
predichi ai prodighi la parsimonia in modo che però negli avari non aumenti la custodia
dei beni destinati a perire. Si lodi il matrimonio agli incontinenti, in modo che però
coloro che già sono continenti non siano richiamati alla lussuria. Ai continenti poi si
lodi la verginità del corpo in modo che però i coniugi non siano indotti a disprezzare la
fecondità della carne. Bisogna predicare i beni in modo che d’altro canto non ne
traggano giovamento i mali. Bisogna lodare i beni più alti in modo che non restino
disprezzati i minori; e bisogna alimentare i minori perché se si pensa che siano per sé
sufficienti, non si sia trattenuti dall’aspirare ai sommi.
37 — Dell’esortazione che si deve a una persona soggetta a passioni contrarie
È certo grave fatica per un predicatore essere attento, in un discorso rivolto a pin
persone, ai moti nascosti dei singoli e alle loro cause e, come avviene negli esercizi in
palestra, destreggiarsi nell’arte di volgersi in diverse direzioni; tuttavia egli si sottopone
a una fatica molto maggiore quando è costretto a predicare a una sola persona soggetta a
vizi opposti. Spesso infatti si dà il caso di qualcuno di carattere gaio che poi di colpo si
deprime terribilmente per il sopraggiungere di una improvvisa tristezza. Il predicatore
deve allora fare si che venga tolta la tristezza improvvisa ma in modo che non cresca la
gaiezza prodotta dal temperamento; e sia frenata la gaiezza del temperamento in modo
che però non aumenti la tristezza che viene all’improvviso. Uno è gravato da una
abituale smodata precipitazione, però, ogni tanto, la forza di una improvvisa paura lo
trattiene da qualcosa ché bisogna eseguire con fretta. Un altro è gravato da una abituale
smisurata paura, però ogni tanto è spinto da una precipitazione temeraria in qualcosa
che desidera. E allora, nel primo, bisogna reprimere la paura sorta improvvisamente in
modo che però non aumenti la precipitazione coltivata a lungo; e nel secondo bisogna
reprimere la precipitazione improvvisa, in modo che però non si rafforzi la paura dovuta
al temperamento. Quale meraviglia che i medici delle anime abbiano tanta cura di
queste cose, se coloro che non curano i cuori ma i corpi si regolano con una discrezione