Page 85 - La Regola Pastorale
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mare, colui che, posto nelle tentazioni  di questo mondo, trascura di prevedere i moti
                  erompenti dei vizi, come cumuli di onde sovrastanti; ed è come un pilota che perde il
                  timone, la mente che perde la tensione sollecita a governare la nave del corpo. Poiché è
                  perdere il timone in mare il non mantenere una attenzione previdente, tra le tempeste di
                  questo secolo. Infatti, se il pilota stringe con attenta cura il timone, ora dirige la nave
                  contro i flutti ora taglia obliquamente l’impeto dei venti. Così, quando la mente governa
                  l’anima  con  vigilanza,  ora  calpesta  e  vince  alcune  passioni  ora,  con  previdenza,  ne
                  aggira altre, e così., con fatica sottomette quelle presenti, e con la previdenza si rafforza
                  contro i combattimenti futuri. Perciò ancora si dice, dei forti combattenti, della patria
                  celeste: La spada di ognuno è sulla coscia per via dei timori notturni (Cant. 3, 8). Si
                  pone  la  spada  sulla  coscia,  quando  con  la  punta  della  santa  predicazione  si  doma  la
                  malvagia suggestione della carne. Con la notte,  poi,  si  esprime la cecità della nostra
                  debolezza, poiché di notte non si vede nulla di ciò che può sovrastare ostilmente. E la
                  spada  di  ognuno  è  posta  sulla  coscia  per  i  timori  notturni,  poiché  evidentemente  gli
                  uomini santi, col fatto che temono le tentazioni che non vedono, si mantengono sempre
                  pronti alla tensione del combattimento. Perciò, ancora, si dice della sposa: Il tuo naso
                  come torre che è nel Libano (Cant. 7, 4); infatti, ciò che non vediamo con gli occhi
                  spesso lo prevediamo dall’odore. Col naso, poi, distinguiamo anche gli odori buoni dai
                  cattivi.  Dunque,  che  cosa  si  designa  con  naso  della  Chiesa,  se  non  la  previdente
                  discrezione dei santi? E il naso è anche detto simile a una torre che è nel Libano, poiché
                  la previdenza discreta dei santi è posta tanto in alto che vede le lotte delle tentazioni
                  prima che vengano, e quando sono venute gli sta contro ben difesa. Infatti, le lotte future
                  che vengono previste, quando si sono fatte presenti hanno minor forza, poiché quando
                  uno si fa sempre più preparato contro i colpi, il nemico che si crede inatteso viene reso
                  impotente proprio perché è stato previsto. Al contrario, bisogna ammonire coloro che si
                  fanno  prigionieri  della  colpa  con  deliberazione,  a  considerare  con  attenta  previdenza
                  che,  col  compiere  il  male  deliberatamente,  provocano  contro  di  sé  un  giudizio  più
                  severo,  così  che  li  colpisce  una  sentenza  tanto  più  dura,  quanto  più  strettamente  li
                  legano  alla  colpa  i  vincoli  della  deliberazione.  Forse  laverebbero  più  in  fretta  i  loro
                  peccati  col  pentimento,  se  vi  fossero  caduti  solamente  per  precipitazione;  infatti  il
                  peccato  indurito  dal  consiglio  è  anche  più  duro  da  assolvere,  e  se  la  mente  non
                  disprezzasse in ogni modo i beni eterni, non perirebbe cadendo nella colpa deliberata.
                  Dunque,  coloro  che  cadono  per  la  precipitazione  e  coloro  che  periscono  per  la
                  deliberazione  differiscono  in  ciò,  che  questi  ultimi,  quando  peccando  cadono  dalla
                  condizione di giustizia, per lo più cadono insieme anche nel laccio della disperazione.
                  Perciò, per mezzo del profeta, il Signore rimprovera non tanto i peccati di precipitazione
                  quanto quelli dovuti a una passione coltivata, dicendo: Che non erompa come fuoco il
                  mio sdegno e si accenda, e non ci sia chi lo spegne, per la malizia delle vostre passioni.
                  Quindi, una seconda volta irato, dice: Vi visiterò secondo il frutto delle vostre passioni
                  (Ger. 4, 4; 23, 2). Dunque, i peccati commessi con deliberazione differiscono dagli altri,
                  perché il Signore non persegue tanto il fatto del peccato, quanto la premeditazione del
                  peccato; giacché, nel  fatto, si pecca spesso per debolezza, spesso per negligenza; ma
                  nella premeditazione, si  pecca sempre per intenzione maliziosa. Al contrario, bene si
                  dice, per mezzo del profeta, a proposito dell’uomo beato: Non siede nella cattedra di
                  pestilenza  (Sal.  1,  1).  Cattedra  suole  essere  il  seggio  del  giudice  o  del  presidente,  e
                  sedere  nella  cattedra  di  pestilenza  corrisponde  a  compiere  il  peccato  con  giudizio
                  deliberato: sedere nella  cattedra di  pestilenza corrisponde a discernere  il male con la
                  ragione e tuttavia commetterlo con deliberazione. È come chi siede su una cattedra di
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