Page 78 - La Regola Pastorale
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egli stesso nella nostra carne mortale. Dunque, stando dietro le nostre spalle, ci
ammonisce, lui che anche disprezzato ci chiamò a riottenere la grazia. Ciò che dunque
poté essere detto al profeta in generale per tutti gli uomini insieme, è necessario sentirlo
in particolare dei singoli. Infatti, quando uno conosce i precetti della volontà di Dio,
prima di commettere il peccato è come se ascoltasse le parole del suo ammonimento
standogli di fronte. Ed è ancora stare davanti al suo volto, il non disprezzare Dio col
peccato. Ma quando, abbandonato il bene dell’innocenza, l’uomo brama e sceglie
l’iniquità, ha già voltato le spalle al suo volto. E tuttavia ancora, standogli dietro le
spalle, il Signore lo segue e lo ammonisce e vuole persuaderlo, anche dopo la colpa, a
ritornare a lui. Richiama chi si è rivolto indietro, non riguarda le colpe commesse, dilata
il seno della sua misericordia a colui che ritorna. Ascoltiamo dunque la voce che ci
ammonisce se, almeno dopo il peccato, ritorniamo al Signore che ci invita. Se non
vogliamo temere la giustizia, dobbiamo arrossire della pietà di chi ci chiama perché è
tanto più grave l’iniquità con cui egli è disprezzato, quanto più, pur disprezzato, egli
non disdegna di chiamare ancora. Al contrario, bisogna ammonire coloro che non hanno
esperienza di peccati della carne, a temere con tanta maggior cura di rovinare nel
precipizio, quanto più in alto stanno. Bisogna ammonirli a sapere che quanto è più in
vista il posto in cui sono collocati, tanto più frequenti sono le frecce con cui l’insidiatore
li assale. Egli con tanto maggior ardore suole rialzarsi, quanta più è la forza da cui si
vede vinto; e tanto più si indigna d’essere vinto, in quanto vede combattergli contro gli
integri accampamenti della carne inferma. Bisogna ammonirli a non cessare di
raccogliere i premi [della vittoria], e così, senza dubbio, calpesteranno volentieri le
fatiche delle tentazioni che devono sopportare. Se infatti si mira alla felicità a cui si
attinge eternamente, diviene lieve ciò che si fatica ed è però passeggero. Ascoltino ciò
che è detto per mezzo del profeta: Queste cose dice il Signore agli eunuchi che hanno
osservato i miei sabati, che hanno scelto ciò che io voglio e hanno mantenuto il mio
patto: darò loro nella mia casa e nelle mie mura un luogo e un nome migliore che ai
figli e alle figlie (Is. 56, 4-5). Sono eunuchi coloro che, trattenuti i moti della carne,
tagliano in se stessi l’amore dell’opera iniqua. E quale sia il posto che essi hanno presso
il Padre, è manifesto, poiché nella casa del Padre, cioè nella dimora eterna, essi sono
preferiti anche ai figli. Ascoltino ciò che è detto per mezzo di Giovanni: Questi sono
coloro che non si sono contaminati con donne: infatti sono vergini e seguono l’Agnello
dovunque vada (Ap. 14, 4). E cantano quel cantico che nessuno può pronunciare se non
quei centoquarantaquattromila. Cantare poi, loro soli, il canto all’Agnello è godere con
lui in eterno, sopra tutti i fedeli, anche dell’incorruzione della carne. E che tuttavia gli
altri eletti possano sentire il cantico, pur non potendo pronunciarlo, è perché la carità li
fa lieti della eccelsa beatitudine di quelli, quantunque loro non possano raggiungerla.
Ascoltino, gli ignari dei peccati della carne, ciò che la Verità stessa dice di questa
integrità: Non tutti comprendono questa parola (Mt. 19, 11). Accenna alla sua
grandezza negando che sia di tutti; e avvertendo che difficilmente è compresa, fa
intendere a chi ascolta con quanta cautela, quando si sia compresa, debba essere
conservata. Bisogna dunque ammonire coloro che non hanno esperienza di peccati della
carne, a sapere che la verginità è superiore al matrimonio, e tuttavia a non esaltarsi nei
confronti degli sposati affinché, scegliendo la verginità e posponendosi agli altri, non
abbandonino ciò che stimano il meglio e si custodiscano dall’esaltarsi vanamente.
Bisogna ammonirli a considerare che spesso la vita delle persone continenti deve
arrossire del confronto con l’operosità di chi vive nel secolo, quando questi operano
oltre ciò che è richiesto dalla loro situazione, e quelli non eccitano il loro cuore in