Page 75 - La Regola Pastorale
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speranza celeste. Dunque se nel viaggio usa delle cose del mondo, spera in quelle di Dio
                  come frutto della meta raggiunta; e non si consegni interamente a ciò che fa per non
                  cadere  del  tutto  da  ciò  che  avrebbe  dovuto  sperare  con  forza.  Paolo  esprime  bene  e
                  brevemente ciò, dicendo: Chi ha moglie sia come se non l’avesse; e chi piange come se
                  non piangesse; e chi gode come se non godesse (1 Cor. 7, 29-30). Poiché ha moglie
                  come se non l’avesse, colui che con lei usa della consolazione della carne, in modo che
                  mai, tuttavia, per amore di lei, si piega, dalla rettitudine della migliore intenzione, ad
                  azioni depravate. Ha moglie  come se non l’avesse, colui che, vedendo  come tutte le
                  cose sono transitorie, tollera per necessità la cura della carne, ma lo spirito attende con
                  tutto il desiderio le gioie eterne. Piangere non piangendo è piangere le avversità esteriori
                  sapendo tuttavia godere della consolazione della speranza eterna. E, ancora, godere non
                  godendo è innalzare tanto l’animo dalle bassezze, che esso non cessi mai di temere le
                  realtà  supreme.  E  qui,  appropriatamente,  poco  dopo  aggiunge  pure:  Passa,  infatti,  la
                  figura  di  questo  mondo  (1  Cor.  7,  31).  Come  se  dicesse  apertamente:  Non  amate
                  stabilmente  il  mondo,  dal  momento  che  ciò  stesso  che  amate  non  può  rimanere;
                  vanamente fissate il cuore come se foste destinati a rimanere, mentre fugge colui stesso
                  che amate. Bisogna ammonire i coniugi a tollerare a vicenda, con pazienza, ciò in cui
                  talvolta  l’uno  dispiace  all’altro;  e  a  salvarsi  esortandosi  a  vicenda.  Infatti  è  scritto:
                  Portate a vicenda i vostri pesi e così adempirete la legge di Cristo (Gal. 6, 2). E la legge
                  di  Cristo  è  la  carità;  poiché  per  essa  egli  ci  ha  donato  largamente  i  suoi  beni  e  con
                  mitezza ha portato i nostri mali. Dunque, adempiremo la legge di Cristo come i suoi
                  imitatori quando offriremo benignamente i nostri beni e sosterremo con spirito di pietà i
                  mali del nostro prossimo. Bisogna ammonirli pure a badare, ciascuno di essi, non tanto
                  a ciò che l’uno deve sopportare dall’altro quanto a ciò che l’altro deve sopportare di suo.
                  Se infatti ciascuno considera i pesi che lui fa portare, porta a sua volta più leggermente i
                  pesi altrui che deve sostenere. Bisogna ammonire gli sposi a ricordarsi che essi sono
                  uniti  allo scopo di  avere figli, e quando, servendo ad una unione sfrenata,  mutano il
                  momento della propagazione in pratica del piacere, considerino che, anche se ciò non
                  avviene  al  di  fuori  dell’unione  matrimoniale,  tuttavia  nel  matrimonio  stesso  essi
                  oltrepassano i diritti del matrimonio. Per cui è necessario che, con frequenti orazioni,
                  cancellino  ciò  che,  per  la  mescolanza  col  piacere,  macchia  la  bellezza  dell’atto
                  coniugale. È perciò infatti che l’Apostolo, esperto di medicina celeste, non ammaestrò
                  tanto i sani, quanto mostrò i rimedi ai malati dicendo: Quanto a ciò che mi avete scritto:
                  È bene per l’uomo non toccare donna; ma per rimedio alla fornicazione ciascuno abbia
                  la propria moglie e ciascuna abbia il proprio marito (1 Cor. 7, 1-2). Ma se mise avanti
                  il timore della fornicazione, certo non stabili il precetto per quelli che stanno saldi in
                  piedi, bensì mostrò un letto a coloro che cadono perché non rovinassero in terra. Perciò
                  ancora, ai vacillanti, aggiunse: Il marito dia alla moglie ciò che le deve e così la moglie
                  al marito (1 Cor. 7, 3); ma, nel fare ad essi qualche concessione riguardo al piacere,
                  nell’ambito di una onestissima unione, aggiunse: Ma questo lo dico per indulgenza, non
                  per comando (1 Cor. 7, 6); e accenna evidentemente che si tratta di colpa; poiché parla
                  di un oggetto di indulgenza, ma di colpa tale che tanto più presto è condonata in quanto
                  con essa non si compie qualcosa di illecito in sé, ma piuttosto non si contiene, in un
                  ambito di moderazione, ciò che di per sé è lecito. Ed è ciò che Lot esprime bene in se
                  stesso quando fugge Sodoma in fiamme e tuttavia, trovando Segor, non sali subito la
                  montagna (cf. Gen. 19, 30). Fuggire Sodoma in fiamme significa rinunciare agli incendi
                  illeciti della carne, e l’altezza dei monti è la purezza delle persone continenti. Ora, sono
                  certamente come chi sta sul monte perfino coloro che, pur aderendo all’unione carnale,
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