Page 73 - La Regola Pastorale
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in ostacoli al raggiungimento della meta e, dilettati dalla luce notturna della luna, a non
rifuggire dalla vista luminosa del sole. Così, bisogna ammonirli a non credere che tutti
quanti i beni che conseguono in questo mondo siano il premio di quel che hanno
meritato, e non, invece, sollievo dalla sventura; levino la mente contro i favori del
mondo, per non soccombere in essi col cuore tutto preso dal loro diletto. Infatti,
chiunque nella considerazione del suo cuore non reprime la prosperità di cui gode con
l’amore di una migliore vita, rende i vantaggi di una vita che passa occasione di una
morte perpetua. È perciò infatti che coloro i quali si rallegrano dei successi di questo
mondo vengono rimproverati, in persona degli Idumei che si lasciarono vincere dalla
loro prosperità, quando è detto: Si presero la mia terra in eredità con gioia, con tutto il
cuore, con tutta l’anima (Ez. 36, 5). E da queste parole si può considerare che non è
solamente perché godono, ma è perché godono con tutto il cuore e con tutta l’anima che
vengono colpiti con un severo rimprovero. Perciò dice Salomone: Il rifiuto dei piccoli li
ucciderà e la prosperità degli stolti li perderà (Prov. 1, 32). Perciò Paolo ammonisce
dicendo: Chi compra come se non possedesse, chi usa di questo mondo come se non ne
usasse (1 Cor. 7, 30). Ciò, per dire che quanto abbiamo in abbondanza deve servirci
esteriormente così da non distoglierci l’animo dall’amore della gioia celeste. Le cose
che ci offrono un aiuto, finché siamo nell’esilio, non indeboliscano in noi il lutto
dell’intimo stato di pellegrini; e non godiamo, come gente felice, di beni passeggeri, noi
che ora ci vediamo infelici, lontano da quelli eterni. È perciò infatti che la Chiesa dice,
con la voce degli eletti: La sua sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia
(Cant. 2, 6). Dio ha posto la sua sinistra, cioè la prosperità della vita presente, sotto il
capo, e la preme la tensione verso l’amore sommo; ma la destra di Dio l’abbraccia
poiché la Chiesa nella offerta di sé è tutta contenuta nella sua eterna beatitudine. Perciò
ancora è detto per mezzo di Salomone: Lunghezza di giorni nella sua destra, e nella sua
sinistra le sue ricchezze e la sua gloria (Prov. 3, 16). E insegna, così, come si debbano
usare ricchezze e gloria che egli pone nella mano sinistra. Perciò dice il salmista: La tua
destra mi fa salvo (Sal. 107, 7). Infatti non dice mano, ma destra, evidentemente per
indicare, dicendo destra, che era la salvezza eterna che egli cercava. Perciò ancora è
scritto: La tua destra Signore ha infranto i nemici (Es. 15, 6. LXX); infatti i nemici di
Dio, quantunque nella sua sinistra si avvantaggino, dalla destra sono infranti, poiché per
lo pin la vita presente innalza i malvagi, ma l’avvento della felicità eterna li condanna.
Bisogna ammonire coloro che godono della prosperità in questo mondo, a considerare
accortamente che la prosperità di questa vita talvolta è data proprio per incitare ad una
vita migliore e altra volta invece per una più piena dannazione eterna. È perciò infatti
che viene promessa al popolo israelita la terra di Canaan, perché prima o poi sia incitato
alle speranze eterne. Né d’altra parte quel rozzo popolo avrebbe creduto alle promesse
di Dio,. riguardanti il futuro, se non avesse ricevuto, da colui che le aveva fatte,
qualcosa anche al presente. Dunque, per dare una più solida certezza alla [sua] fede nei
beni eterni, non è solo con la speranza che lo si attira a quei beni, ma è pure coi beni
temporali che lo si conduce a sperare. E ciò è chiaramente attestato dal salmista che
dice: Diede ad essi i territori delle genti e possedettero il frutto delle fatiche di quei
popoli, perché custodissero i suoi decreti e ricercassero la sua legge (Sal. 104, 44). Ma
quando l’anima dell’uomo non corrisponde con le buone opere a Dio, che è largo verso
di essa, proprio a causa di quei beni che si crede le siano alimento alla pietà, essa viene
più giustamente condannata. Perciò, infatti, si dice ancora per mezzo del salmista: Li hai
abbattuti mentre si consolavano (Sal. 72, 18). Poiché, quando i reprobi non
corrispondono ai doni di Dio con opere di giustizia, quando abbandonano