Page 67 - La Regola Pastorale
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nemico ma correggetelo come un fratello (2 Tess. 3, 15); come se dicesse: Sciogliete la
pace esterna con lui, ma quella interiore riguardo a lui custoditela nel fondo del cuore,
affinché il vostro dissenso ferisca il cuore del peccatore in modo che, tuttavia, non si
allontani dai vostri cuori la pace che non avrete rinnegato.
23 — Come si devono ammonire i seminatori di discordie e gli operatori di pace
Diverso è il modo di ammonire i seminatori di discordie e gli operatori di pace. I primi
bisogna ammonirli a riconoscere di chi sono seguaci, poiché è dell’angelo apostata che
sta scritto, quando fu seminata la zizzania tra il buon seme: Un nemico ha fatto questo
(Mt. 13, 28). E di un suo membro è anche detto, per mezzo di Salomone: L’apostata,
uomo inutile, avanza con volto maligno, fa cenno con gli occhi, stropiccia col piede,
parla col dito, con cuore malvagio concepisce il male, e in ogni tempo semina discordie
(Prov. 6, 12). Ecco, chiama prima apostata colui che vuole chiamare seminatore di
discordie, perché, se per la perversione del cuore non fosse caduto prima, interiormente,
dal cospetto del Creatore — allo stesso modo dell’angelo insuperbito — non sarebbe
poi uscito a seminare discordie all’esterno, lui che bene viene descritto come chi fa
cenno con gli occhi, parla con le dita e stropiccia col piede. Poiché è all’interno, la
custodia che conserva l’ordinato comportamento esterno delle membra. Ma chi ha
perduto l’equilibrio dell’animo si abbandona, al di fuori, a movimenti scomposti, e con
la mobilità esteriore indica come nessuna radice lo tenga saldo interiormente. Ascoltino
i seminatori di discordie ciò che è scritto: Beati gli operatori di pace poiché saranno
chiamati figli di Dio (Mt. 5, 9), e traggano da ciò, inversamente, la conclusione che, se
saranno chiamati figli di Dio coloro che operano la pace, sono senza dubbio figli di
Satana coloro che la turbano. Ma tutti coloro che, a causa della discordia, si separano
dalla pianta verde dell’amore, inaridiscono. E quantunque essi producano frutti di buone
opere nelle loro azioni, questi non valgono assolutamente nulla perché non nascono
dall’unità della carità. Perciò considerino, i seminatori di discordie, in quanti molteplici
modi peccano, loro che, nel commettere una sola azione malvagia, di fatto sradicano dai
cuori umani tutte insieme le virtù. Ma poiché nulla è più prezioso per Dio della virtù
dell’amore, niente è più desiderabile dal diavolo che la distruzione della carità. Dunque,
chiunque seminando discordie uccide l’amore del prossimo, serve come familiare al
nemico di Dio perché, sottraendo ai cuori feriti la virtù, per la cui perdita egli cadde,
taglia ad essi la via dell’ascesi spirituale. Al contrario, bisogna ammonire gli operatori
di pace a non trarre con leggerezza il peso di un’azione così importante, quando non
conoscano le persone tra cui debbono stabilire la pace. Infatti, come è molto dannoso
che non ci sia pace tra i buoni, cos’ è dannosissimo che ci sia pace tra i cattivi. Pertanto,
se la malizia dei malvagi li unisce nella pace, certo la loro forza si accresce di cattive
azioni, perché quanto più concordano nel male tanto più vigorosamente si buttano ad
affliggere i buoni. Perciò infatti la voce divina parlando contro gli strumenti di quel
dannato, cioè contro i predicatori dell’Anticristo, dice al beato Giobbe: Le membra della
sua carne congiunte fra loro (Giob. 41, 14). Perciò dei suoi satelliti si dice, sotto
l’immagine delle squame: Una si congiunge all’altra e neppure un soffio passa fra di
esse (Giob. 41, 7). Poiché i seguaci di quello, quanto meno sono divisi tra di loro
dall’ostilità, frutto della discordia, tanto più gravemente si uniscono per la strage dei
buoni. Dunque, colui che unisce gli iniqui, facendo pace fra loro, dispensa forze
all’iniquità, poiché perseguitando i buoni unanimemente, li affliggono ancor peggio.
Perciò l’egregio predicatore, prigioniero per la grave persecuzione di Farisei e Sadducei,