Page 33 - La Regola Pastorale
P. 33
incessantemente dalla pratica della vita tra gli uomini. E chi, attraverso la comunione
con le persone del mondo, è ricondotto alla vita dell’uomo vecchio, con il desiderio
della comunione si rinnova a un amore incessante della patria spirituale. Infatti, nel
parlare con gli uomini il cuore si disperde, e constatando con certezza che, spinto dal
tumulto delle occupazioni esteriori, decade dalla sua condizione, deve avere una cura
incessante di rialzarsi attraverso la dedizione allo studio [sacro]. Perciò Paolo
ammonisce il discepolo preposto al gregge, dicendo: Fino alla mia venuta attendi alla
lettura (1 Tim. 4, 13). Perciò David dice: Come amo la tua legge, Signore, tutto il
giorno è la mia meditazione (Sal. 118, 97). Perciò il Signore dà ordine a Mosè a
proposito del trasporto dell’arca, dicendo: Farai quattro anelli d’oro che porrai ai
quattro angoli dell’arca, e farai delle stanghe di legno di acacia e le coprirai d’oro e le
infilerai negli anelli ai lati dell’arca così che sia portata con quelle, che saranno
sempre infilate negli anelli e non ne verranno mai estratte (Es. 25, 12 ss.). Che cosa è
rappresentato dall’arca se non la Santa Chiesa? Si ordina poi che ad essa vengano
aggiunti quattro anelli agli angoli, e ciò senza dubbio significa che essa, per il fatto che
si estende dilatandosi nelle quattro parti del mondo, è annunciata cinta dei quattro libri
del Santo Evangelo. E si fanno stanghe di legno di acacia da infilarsi nei medesimi
anelli per il trasporto, pérché bisogna cercare maestri forti e perseveranti come legno
che non imputridisce, i quali, sempre intenti allo studio dei libri sacri, annuncino l’unità
della Santa Chiesa portando l’arca come inseriti in quegli anelli, poiché portare l’arca
con le stanghe significa, per i buoni maestri, condurre la Santa Chiesa alle rozze menti
degli infedeli attraverso la predicazione. E le stanghe devono essere pure ricoperte
d’oro, cioè i maestri mentre con i loro discorsi predicano agli altri devono risplendere
anche loro per la luminosità della vita. E giustamente, riferendosi a loro si aggiunge: Le
quali saranno sempre dentro gli anelli e non saranno mai estratte da essi, perché
evidentemente è necessario che chi veglia all’ufficio della predicazione non cessi
dall’amoroso studio della lettura sacra. E l’ordine che le stanghe siano sempre negli
anelli è in vista dell’opportunità indeclinabile di trasportare l’arca senza che si generi
alcun ritardo nell’inserimento delle stanghe; ciò significa che quando un Pastore viene
interrogato dai sudditi riguardo a un qualche contenuto spirituale, è veramente
vergognoso se egli si mette a cercare la risposta proprio quando deve risolvere una
questione. Ma le stanghe sono inserite negli anelli perché i maestri che meditano sempre
nel loro cuore la Parola sacra alzino l’arca del testamento senza indugi, e insegnino
senza incertezze in qualunque necessità. Perciò dice bene il primo Pastore della Chiesa
ammonendo gli altri Pastori: Pronti sempre a rispondere a chiunque vi chiede ragione
della speranza che è in voi (1 Pt. 3, 15). Come se dicesse apertamente: Le stanghe non
siano mai tolte dagli anelli affinché nessun indugio intralci il trasporto dell’arca.