Page 30 - La Regola Pastorale
P. 30

Sul  mio  dorso  hanno  fabbricato  i  peccatori  (Sal.  128,  3).  Poiché  è  sul  dorso  che
                  portiamo i pesi, egli si lamenta che sul suo dorso i peccatori hanno fabbricato, come se
                  dicesse  apertamente:  Porto  addosso  come  un  peso  coloro  che  non  posso  correggere.
                  Alcune colpe invece, che sono nascoste, vanno esaminate diligentemente perché, se se
                  ne  manifestano  alcuni  segni,  la  guida  delle  anime  possa  scoprire  tutto  ciò  che  si
                  nasconde, chiuso, nell’animo dei sudditi e, presentandosi il momento della correzione,
                  possa  conoscere  dai  più  piccoli  segni  di  vizio  le  colpe  maggiori.  Perciò  giustamente
                  viene detto ad Ezechiele: Figlio dell’uomo, fora la parete. E subito il profeta prosegue:
                  E  quando  ebbi  forato  la  parete  mi  apparve  una  porta.  E  mi  disse:  Entra  e  vedi  le
                  orribili abominazioni che costoro commettono qui. Ed entrato vidi; ed ecco ogni tipo di
                  rettili e di animali abominevoli e tutti gli idoli della casa di Israele erano dipinti sulla
                  parete (Ez. 8, 8-10). È chiaro che Ezechiele rappresenta le persone dei superiori, e la
                  parete  la  durezza  dei  sudditi.  E  che  cosa  significa  forare  la  parete  se  non  aprire  la
                  durezza del cuore con penetranti indagini? Quando ebbe forato la parete apparve una
                  porta, perché quando la durezza del cuore si spacca cedendo alle attente indagini o alle
                  sapienti  correzioni,  è  come  se  si  mostrasse  una  porta  dalla  quale  si  vedono  tutte  le
                  profondità dei pensieri in colui che viene ammonito. Per cui è ben detto ciò che segue
                  quel punto: Entra e vedi le orribili abominazioni che costoro commettono. Ed è uno che
                  entra per vedere delle abominazioni, colui che, andando oltre certi segni che appaiono
                  all’esterno, penetra i cuori dei sudditi in modo che gli risultino chiari tutti i loro pensieri
                  illeciti.  E  quindi  prosegue:  Ed  entrato  vidi;  ed  ecco  ogni  tipo  di  rettili  e  animali
                  abominevoli. Nei rettili sono indicati i pensieri del tutto terreni, negli animali i pensieri
                  già un poco sollevati da terra ma ancora alla ricerca di un compenso terreno.
                  Infatti i rettili aderiscono alla terra con tutto il corpo, mentre gli animali con gran parte
                  del corpo sono sospesi da terra e tuttavia continuano a essere inclinati verso di essa per
                  l’appetito della gola. Così i rettili sono oltre la parete, quando nella mente si rivolgono
                  pensieri che non si innalzano mai dai desideri terreni. E ci sono pure animali oltre la
                  parete,  quando  pensieri  e  meditazioni,  sia  pure  giusti  e  onesti,  sono  tuttavia  ancora
                  asserviti a mire di guadagni e onori temporali: per sé, in effetti, sono già quasi elevati da
                  terra  ma  si  sottomettono  ancora  alle  realtà  più  basse  per  la  loro  ambizione  che  è
                  paragonabile a un desiderio di gola. Perciò ancora prosegue giustamente: E tutti gli idoli
                  della casa di Israele erano dipinti sulla parete. In effetti è scritto: E l’avarizia, che è
                  schiavitù agli idoli (Col. 3, 5). Dunque è giusto che dopo gli animali si descrivano gli
                  idoli, poiché sebbene alcuni si drizzino già da terra per l’agire onesto, tuttavia per la
                  loro disonesta ambizione si riadagiano per terra. Ed è ben detto: Erano dipinti, perché,
                  quando  gli  aspetti  delle  cose  esterne  vengono  assorbiti  interiormente,  viene  come
                  dipinto nel cuore quello che si pensa e si delibera sulla base di quelle false immagini.
                  Pertanto, occorre sottolineare che prima c’è il foro nella parete, quindi si vede la porta e
                  infine viene manifestata la occulta abominazione. Ciò evidentemente perché in ciascuno
                  si  danno  prima  i  segni  esterni  del  peccato,  quindi  si  mostra  la  porta  dell’iniquità
                  manifesta  e  infine  si  spalanca  ogni  male  che  si  nasconde  nell’intimo.  Alcuni  peccati
                  però vanno ripresi con dolcezza; infatti, quando non si pecca per malizia ma solo per
                  ignoranza  o  per  debolezza,  è  assolutamente  necessario  che  la  stessa  correzione  del
                  peccato  sia  temperata  da  grande  moderazione:  tutti,  finché  siamo  in  questa  carne
                  mortale, soggiacciamo alla debolezza della nostra natura corrotta, così  ciascuno deve
                  apprendere  da  se  stesso  come  si  debba  essere  misericordiosi  nei  confronti  della
                  debolezza  altrui  affinché,  se  si  lascia  trasportare  a  pronunciare  parole  di  rimprovero
                  troppo accese contro la debolezza del prossimo, non gli accada di apparire uno che si è
   25   26   27   28   29   30   31   32   33   34   35