Page 31 - La Regola Pastorale
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dimenticato di sé. Perciò Paolo ammonisce giustamente: Se qualcuno sarà colto in
qualche peccato, voi che siete spirituali istruite questo tale in spirito di mansuetudine,
considerando te stesso perché anche tu non sia tentato (Gal. 6, 1); come se dicesse
apertamente: Quando vedi qualcosa di spiacevole dovuto alla debolezza altrui, pensa a
ciò che sei; perché nello zelo del rimprovero lo spirito si moderi, se teme anche per se
stesso ciò che rimprovera ad altri. Altri peccati invece si devono rimproverare con forza,
affinché chi ha commesso la colpa e non ne conosce l’entità la apprenda dalla bocca di
colui che lo rimprovera. E se qualcuno è portato a considerare con leggerezza il male
commesso, lo tema molto, al contrario, per la severità di chi glielo rimprovera
aspramente. Ed è certamente dovere della guida delle anime mostrare con la
predicazione la gloria della patria celeste, manifestare quanto son grandi le tentazioni
dell’antico nemico, che si nascondono nel cammino di questa vita, e correggere con zelo
grande e severo i peccati dei sudditi che non devono essere tollerati con leggerezza,
perché non sia considerato lui stesso reo di tutte le colpe se il suo sdegno non si accende
contro quelle. Perciò è ben detto in Ezechiele: Prenditi un mattone e lo porrai davanti a
te e disegnerai su di esso la città di Gerusalemme. E subito prosegue: E disporrai
l’assedio contro di essa, edificherai le opere di difesa, costruirai un terrapieno, e porrai
contro di essa gli accampamenti e metterai intorno gli arieti. E subito per sua
protezione gli viene suggerito: E tu prenditi una teglia di ferro e la porrai come un
muro di ferro fra te e la città (Ez. 4, 1-3). E di chi è figura il profeta Ezechiele se non
dei maestri? Giacché gli vien detto: Prenditi un mattone e lo porrai davanti a te e
disegnerai su di esso la città di Gerusalemme. E in realtà i santi dottori si prendono un
mattone quanto attirano a sé il cuore di terra degli ascoltatori per istruirli. E pongono
davanti a sé quel mattone evidentemente nel senso di custodirlo con tutta la tensione
dello spirito. E ricevono l’ordine di disegnare su di esso la città di Gerusalemme, perché
predicando a cuori di terra pongono ogni loro cura a dimostrare quale sia la visione
della pace celeste. Ma poiché invano si cerca di conoscere la gloria della patria celeste
se non si conosce la grandezza delle tentazioni dell’astuto nemico che vi fanno
irruzione, si prosegue opportunamente: Disporrai l’assedio contro di essa e edificherai
le opere di difesa. E i santi predicatori indubbiamente dispongono un assedio intorno al
mattone su cui è disegnata la città di Gerusalemme, quando dimostrano a un cuore
terreno ma già in ricerca della patria celeste quanto essa sia soggetta nel tempo di questa
vita agli assalti ostili dei vizi. Infatti quando si mostra in qual modo ciascun peccato
insidia coloro che avanzano [nel cammino spirituale] è come se dalla voce del
predicatore si disponesse un assedio intorno alla città di Gerusalemme. Ma poiché non
solo devono risultare chiari gli assalti dei vizi ma anche come ci fortifichi la custodia
delle virtù, giustamente si prosegue: Edificherai le opere di difesa. Queste difese, il
predicatore santo le edifica quando dimostra quali virtù si oppongono a quei vizi. E
poiché quando aumenta la virtù per lo più crescono le guerre della tentazione, si
aggiunge giustamente ancora: E costruirai un terrapieno e porrai contro di essa gli
accampamenti e metterai intorno gli arieti. Infatti costruisce un terrapieno, il
predicatore, quando annuncia l’entità della tentazione crescente. Ed erige accampamenti
contro Gerusalemme, quando predice le caute e quasi inavvertibili insidie dell’astuto
nemico, alla onesta intenzione degli ascoltatori. E pone arieti intorno, quando fa
conoscere gli aculei delle tentazioni, che ci circondano da ogni parte in questa vita e
sono capaci di perforare il muro delle virtù. Ma quantunque la guida delle anime riesca
a suggerire sottilmente tutte queste consapevolezze, se egli non arde di uno spirito di
gelosia contro i peccati dei singoli, non si procura assoluzione in eterno; perciò, in quel