Page 32 - La Regola Pastorale
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luogo, ancora giustamente si prosegue: E tu prenditi una teglia di ferro e la porrai come
                  un muro di ferro tra te e la città. Con teglia si intende l’ardore dello spirito, e con ferro
                  la forza del rimprovero. Che cosa infatti fa ardere e tormenta il maestro con più acutezza
                  che lo zelo di Dio? E Paolo, che bruciava per l’ardore di questa teglia diceva: Chi è
                  infermo e io non sono infermo? Chi è scandalizzato e io non brucio? (2 Cor. 11,29) E
                  poiché chiunque è acceso dallo zelo di Dio è custodito in eterno da una forte custodia,
                  per  non  dovere  essere  condannato  per  la  negligenza,  è  detto  giustamente:  La  porrai
                  come muro di ferro fra te e la città. Infatti, la teglia di ferro è posta come muro di ferro
                  fra il profeta e la città, nel senso che, quando le guide delle anime manifestano un forte
                  zelo,  questo  stesso  zelo  essi  lo  conservano  come  forte  difesa  fra  sé  e  gli  ascoltatori,
                  affinché se saranno troppo indulgenti nella correzione non siano poi abbandonati alla
                  vendetta  [divina].  Soprattutto  però  bisogna  sapere,  che  se  l’animo  del  maestro  si
                  esaspera nel rimprovero, è molto difficile che egli una volta o l’altra non prorompa a
                  dire qualcosa che non deve dire. E per lo più accade che, quando si corregge la colpa di
                  sudditi con grande impeto, la lingua del maestro è trascinata ad eccedere nelle parole; e,
                  quando il rimprovero è acceso oltre misura, il cuore dei peccatori si deprime fino alla
                  disperazione. Perciò è necessario che quando il superiore si rende conto di avere colpito
                  l’animo dei sudditi con eccessiva durezza, nella sua esasperazione, ricorra alla penitenza
                  dentro di sé per ottenere perdono, col suo pianto, di fronte alla Verità, anche per ciò in
                  cui pecca per eccessivo zelo. A ciò corrisponde, in figura, il precetto del Signore che per
                  mezzo di Mosè dice: Se uno andrà con un suo amico nel bosco, semplicemente a tagliar
                  legna, e gli sfuggirà di mano il manico della scure, e il ferro caduto dal manico colpirà
                  l’amico  e  l’ucciderà;  egli  fuggirà  in  una  delle  città  sopraddette  e  vivrà;  perché  non
                  accada  che  il  parente  prossimo  di  colui  di  cui  è  stato  sparso  il  sangue,  spinto  dal
                  dolore,  lo  insegua,  lo  prenda  e  colpisca  la  sua  vita  (Deut.  19,  5-6).  Dunque,  noi
                  andiamo nel bosco con l’amico ogni volta che ci disponiamo a ricercare i peccati dei
                  sudditi, e tagliamo semplicemente legna quando recidiamo, con disposizione d’animo
                  pietosa,  i  vizi  dei  peccatori.  Ma  quando  il  rimprovero  si  trascina  fino  a  divenire  più
                  aspro  del  necessario,  è  allora  che  la  scure  sfugge  di  mano;  e  quando  le  parole  della
                  correzione  si  fanno  troppo  dure  il  ferro  cade  dal  manico,  per  cui  colpisce  e  uccide
                  l’amico colui che, proferendo parole ingiuriose, spegne nel suo ascoltatore lo spirito di
                  carità.  Infatti  l’animo  di  colui  che  subisce  la  correzione  immediatamente  precipita
                  nell’odio  se  questo  rimprovero  va  oltre  i  limiti.  Ma  è  necessario  che,  chi  colpisce
                  incautamente la legna e uccide il prossimo, fugga verso tre città per vivere protetto in
                  una  di  esse;  perché  colui  che,  voltosi  a  lacrime  di  penitenza,  si  nasconde  sotto  la
                  speranza la fede e la carità nell’unità del sacramento non è considerato reo dell’omicidio
                  commesso. E il parente prossimo dell’ucciso, quando lo troverà non lo ucciderà; perché
                  quando  verrà  il  severo  Giudice,  che  si  è  unito  a  noi  facendosi  consorte  della  nostra
                  natura,  senza  dubbio  non  perseguirà  il  reato  della  sua  colpa  col  castigo  poiché  fede
                  speranza e carità lo nascondono sotto il suo perdono.

                  11 — Quando la guida delle anime debba essere dedita alla meditazione della legge
                  sacra

                  Ma tutto ciò si compie debitamente dalla guida delle anime se, animato dallo spirito del
                  timore  e  dell’amore,  ogni  giorno  con  diligenza,  medita  i  precetti  della  Parola  sacra,
                  affinché  le  parole  della  divina  ammonizione  ricostruiscano  in  lui  la  forza  della
                  sollecitudine  e  della  previdente  attenzione  verso  la  vita  celeste,  che  viene  distrutta
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