Page 26 - La Regola Pastorale
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della giusta retribuzione, minaccia per mezzo del profeta dicendo: E come il popolo così
                  sarà il sacerdote (Os. 4, 9). E il sacerdote è come il popolo quando colui che esplica un
                  ufficio  spirituale  compie  esattamente  le  stesse  cose  di  coloro  che  vengono  ancora
                  designati  dai  loro  interessi  carnali.  Vedendo  questo,  il  profeta  Geremia  piange,  con
                  grande  dolore  ispirato  dalla  sua  carità,  e  lo  raffigura  nella  distruzione  del  tempio
                  dicendo: Come si è annerito l’oro e si è mutata la sua splendida lucentezza, le pietre del
                  santuario sono state disperse in capo a tutte le piazze (Lam. 4, 1). Che cosa si intende
                  infatti con oro, che è il metallo più prezioso di tutti, se non l’eccellenza della santità?
                  Che cosa si esprime con splendida lucentezza se non la riverenza che ispira la dignità
                  religiosa amabile a tutti? Che cosa significano le pietre del santuario, se non le persone
                  insignite di ordini sacri? Che cosa si raffigura col nome di piazze, se non la larghezza
                  della vita presente? Infatti nella lingua greca la larghezza è detta platos ed è certo per la
                  larghezza  che  le  piazze  sono  chiamate  così.  Ma  la  Verità  in  persona  dice:  Larga  e
                  spaziosa è la via che porta alla perdizione (Mt. 7, 13). L’oro pertanto annerisce quando
                  una  vita  che  deve  essere  santa  si  contamina  con  attività  terrestri.  La  splendida
                  lucentezza  si  muta  quando  diminuisce  la  stima  che  si  era  fatta  di  certuni  i  quali  si
                  credeva  vivessero  religiosamente.  Infatti  quando  qualcuno,  chiunque  sia,  lascia  il
                  costume  di  una  vita  santa  per  immischiarsi  in  attività  terrestri,  la  riverenza  che  egli
                  ispirava,  divenuta  oggetto  di  disgusto,  impallidisce  agli  occhi  degli  uomini  come  la
                  vivezza di un colore alterato. E anche le pietre del santuario vengono sparse nelle piazze
                  quando coloro, che per il decoro della Chiesa avrebbero dovuto attendere solo ai misteri
                  dello spirito, come nel segreto del Tabernacolo, vagano invece fuori, sulle larghe vie
                  degli  affari  mondani.  In  effetti,  le  pietre  del  santuario  erano  fatte  per  comparire
                  nell’interno del Santo dei Santi sulla veste del sommo sacerdote; ma quando i ministri
                  della religione non sanno esigere, coi meriti della loro condotta di vita, l’onore dovuto
                  dai  sudditi  al  loro  Redentore,  allora  le  pietre  del  santuario  non  sono  ornamento  del
                  pontefice. Esse giacciono sparse sulle piazze perché coloro che portano gli ordini sacri,
                  dediti alla larghezza dei loro piaceri, sono tutti presi dagli affari terreni. E occorre notare
                  che  non  dice  che  sono  sparsi  nelle  piazze,  ma  in  capo  alle  piazze,  poiché  mentre  si
                  occupano delle cose del mondo aspirano ad apparire in alto, per mantenersi sulle larghe
                  vie, per l’allettamento del piacere, e insieme in capo alle piazze, per l’onore che viene
                  attribuito alla santità. Del resto possiamo anche intendere senza difficoltà che le pietre
                  del santuario siano invece quelle medesime con cui il santuario era stato costruito; in
                  questo caso quelle pietre giacciono in capo alle piazze quando gli uomini insigniti degli
                  ordini  sacri  si  pongono  con  desiderio  al  servizio  di  affari  mondani  mentre  prima
                  sembrava  che  la  loro  gloria  consistesse  nel  servizio  delle  cose  sante.  Così,  gli  affari
                  mondani  si  devono  assumere  talvolta  per  esigenze  di  carità,  ma  non  si  devono  mai
                  ricercare  con  passione,  per  evitare  che  esse,  gravando  l’animo  di  chi  le  predilige,  lo
                  trascinino avvinto al proprio peso, dalle regioni celesti giù nel profondo. Ma si dà anche
                  il caso che alcuni assumano effettivamente la cura del gregge, ma aspirano tanto per sé
                  di essere liberi di dedicarsi alle cose spirituali che non si occupano per nulla affatto di
                  cose esterne. Allora, poiché essi trascurano totalmente le cure materiali, non soccorrono
                  in nulla le necessità dei sudditi e per lo più la loro predicazione viene sdegnata e non
                  vengono  ascoltati  volentieri  poiché  rimproverano  l’agire  dei  peccatori,  ma  poi  non
                  amministrano loro quanto è necessario alla vita presente. Infatti la parola della dottrina
                  non penetra nella mente del bisognoso se una mano misericordiosa non la raccomanda
                  al suo cuore. E invece, il seme della parola germina facilmente quando la pietà di chi
                  predica lo irriga nel petto di colui che ascolta. Perciò è necessario che la guida delle
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