Page 19 - La Regola Pastorale
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sacerdote, secondo la parola divina, ai campanelli si uniscono le melagrane (Es. 28, 34).
E che cosa viene designato con le melagrane se non l’unità della fede? Infatti, come
nelle melagrane i molti grani dell’interno sono protetti da un’unica buccia esterna, così
l’unità della fede protegge tutti insieme gli innumerevoli popoli che costituiscono la
Santa Chiesa e che si distinguono all’interno per la diversità dei meriti. Così, affinché la
guida delle anime non si butti a parlare da incauto, come già si è detto, la Verità stessa
grida ai suoi discepoli: Abbiate sale in voi e abbiate pace tra voi, come se attraverso la
figura della veste del sacerdote dicesse: Aggiungete melagrane ai campanelli affinché,
in tutto ciò che dite abbiate a conservare con attenta considerazione l’unità della fede.
Inoltre, le guide delle anime debbono provvedere con sollecita cura, non solo a non fare
assolutamente discorsi perversi e falsi, ma a non dire neppure la verità in modo prolisso
e disordinato, perché spesso il valore delle cose dette si perde quando viene svigorito,
nel cuore di chi ascolta, da una loquacità inconsiderata e inopportuna. Questa medesima
loquacità, poi, che è certamente incapace di servire utilmente gli ascoltatori, contamina
anche colui che la esercita. Per cui è ben detto per mezzo di Mosè: L’uomo che soffre di
flusso di seme, sarà immondo (Lev. 15, 2). Di fatto, la qualità del discorso udito è seme
di quel pensiero che gli terrà dietro nella mente degli ascoltatori, poiché la parola,
ricevuta attraverso l’orecchio, nella mente genera il pensiero. È per questo che, dai
sapienti di questo mondo, il bravo predicatore è chiamato seminatore di parole (cf. Atti,
17, 18). Dunque, chi patisce flusso di seme è dichiarato impuro, perché chi è soggetto a
una eccessiva loquacità si macchia con quel seme da cui — se l’avesse effuso in modo
ordinato — avrebbe potuto generare nei cuori degli ascoltatori la prole del retto
pensiero; ma se lo sparge con una loquacità inconsiderata, è come chi emette il seme,
non al fine di generare ma per l’impurità. Perciò anche Paolo, quando esorta il discepolo
ad insistere nella predicazione dicendo: Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che
giudicherà i vivi e i morti, per il suo avvento e il suo regno, predica la parola, insisti
opportunamente, importunamente (2 Tim. 4, 1-2); prima di dire importunamente
premise opportunamente, perché è chiaro che nella considerazione di chi ascolta,
l’importunità appare in tutta la sua qualità spregevole se non sa esprimersi in modo
opportuno.
5 — La guida delle anime sia vicino a ciascuno con la compassione e sia più di tutti
dedito alla contemplazione
La guida delle anime sia vicino a ciascuno con la compassione e sia più di tutti dedito
alla contemplazione, per assumere in sé, con le sue viscere di misericordia, la debolezza
degli altri, e insieme, per andare oltre se stesso nell’aspirazione delle realtà invisibili,
con l’altezza della contemplazione. E così, se guarda con desiderio verso l’alto non
disprezzi le debolezze del prossimo o se viceversa, si accosta ad esse, non trascuri di
aspirare all’alto. Perciò infatti Paolo è condotto in Paradiso e vi scruta i segreti del terzo
cielo (cf. 2 Cor. 12, 2 ss.), e tuttavia, pur assorto in quella contemplazione delle cose
invisibili, richiama l’acutezza della sua mente al letto dell’unione carnale e definisce
come questa debba essere vissuta nella sua intimità, dicendo: A causa della
fornicazione, ciascun uomo abbia la propria moglie e ciascuna donna abbia il proprio
marito. Il marito dia alla moglie quanto le deve; e similmente, la moglie al marito (1
Cor. 7, 2). E poco dopo: Non privatevi l’uno dell’altro se non temporaneamente e
d’accordo, per attendere alla preghiera, e di nuovo ritornate insieme perché Satana
non vi tenti (1 Cor. 7, 5). Ecco, egli viene già introdotto ai segreti celesti e tuttavia per la