Page 43 - La Preghiera
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follia e scambiato per Padre e Figlio. Ma poiché non si accorge della tentazione insita
nell’interpretazione delle Sacre Scritture, eccone il risultato: non si arma né si aderge contro la
lotta che lo sovrasta.
Dio non può esporre alla tentazione
11. Bisogna quindi pregare non d’essere senza tentazioni – cosa impossibile –, ma di non venir
presi nel laccio della tentazione: destino che tocca a quanti vi sono impigliati e sono stati vinti.
Poiché dunque fuori di questa Preghiera è scritto: «affinché non entriate in tentazione» (il cui
significato può esser chiaro in base a quanto s’è detto), e nella Preghiera a Dio Padre noi
dobbiamo dire: «Non ci indurre in tentazione»; è bene che vediamo come si possa pensare che
Dio induca in tentazione colui che non ha pregato o che non è ascoltato. Chi entra in tentazione
viene vinto: allora è assurdo credere che Dio tragga qualcuno in tentazione, perché
equivarrebbe ad esporlo ad una sconfitta. E la stessa aporia resta, comunque uno interpreti le
parole: «Pregate per non entrare in tentazione». Se infatti è male cadere in tentazione –
preghiamo perché non dobbiamo soffrirne –, come non è assurdo pensare che Dio, buono, che
non può portare frutti di male, getti uno in braccio ai mali?
Polemica antimarcionita
12. Sembra quindi utile fare un confronto con queste parole di Paolo nell’epistola ai Romani:
«dicendosi savi, son divenuti stolti ed hanno mutato la gloria dell’incorruttibile Iddio in
immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile e d’uccelli e di quadrupedi e di rettili; per questo
Iddio li ha abbandonati nelle concupiscenze dei loro cuori alla impurtà, perché vituperassero tra
loro i loro corpi». E più avanti: «Perciò Iddio li ha abbandonati a passioni infami, poiché le loro
femmine hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro natura; e similmente anche i
maschi, lasciando l’uso naturale della donna, si sono infiammati». E poco oltre di nuovo: «E
siccome non si sono curati di ritenere la conoscenza di Dio, Iddio li ha abbandonati ad una
mente reproba, perché facessero le cose che sono sconvenienti». Senonché si devono citare tutti
questi testi per coloro che operano divisioni nella divinità, e domandare loro – siccome
ritengono il Padre buono del Signore nostro diverso dal Dio della legge – se Iddio, che è buono,
trae in tentazione chi non ha ottenuto esaudimento dalla preghiera; e se il Padre del Signore
abbandona «alle concupiscenze dei cuori» quelli che in qualche modo prima hanno peccato
«all’impurità, perché vituperino tra loro i corpi»; se, come essi dicono, dimenticando di
giudicarli e di punirli, «li abbandona a passioni infami ed a una mente reproba perché facciano
le cose sconvenienti». Costoro sembra che si trovino nelle concupiscenze dei loro cuori, perché
Dio ve li ha consegnati; che siano caduti nelle passioni infami, perché fu Dio a darli in loro
potere; che siano incappati in una mente reproba, perché Dio li ha consegnati ad essa così
condannati.
La tentazione è per la sazietà del peccato
13. Ma so bene che questa condizione molto li tormenta; per cui, foggiandosi un Dio diverso da
quello creatore del cielo e della terra – siccome trovano nella Legge e nei Profeti molte analogie
– hanno affermato che quegli che pronunziava simili parole non era buono. Ma ormai
attraverso la difficoltà sollevata su quel «non c’indurre in tentazione», in suffragio del quale
abbiamo citato le espressioni dell’Apostolo, dobbiamo vedere se anche noi troviamo delle
soddisfacenti soluzioni a queste incongruenze. Penso che Dio si prenda cura di ciascun’anima
razionale, mirando alla sua vita eterna; essa ha sempre il libero arbitrio e può di per sé trovarsi
nella condizione ideale per salire fino alla vetta del bene o a discendere in vario modo, a causa
della negligenza, a questo o a quell’abisso di male. Ora, poiché una guarigione rapida ed
accelerata produce in certuni un senso di leggerezza sulla gravità del male in cui sono caduti,
perché ritenuto facile a curarsi, cosicché dopo il ristabilimento potrebbero piombare una
seconda volta nella malattia; logicamente in campo spirituale, Dio trascurerà quel crescere fino
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