Page 48 - La Preghiera
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Il luogo della preghiera
4. Quanto al luogo della preghiera, conviene sapere che, qualora si preghi bene, ogni luogo vi è
adatto: «Dappertutto, dice il Signore, offritemi l’incenso». E: «Voglia dunque che gli uomini
preghino in ogni luogo». Perché possa fare le proprie orazioni più quieto e senza distrazioni,
ognuno può scegliere un luogo particolare e predisposto nella sua abitazione privata se vi è
spazio, per così dire, più santo, e ivi pregare. Prima però dell’esame generale di questo luogo
egli indagherà se nel posta dove si prega nulla di nefando e di contrario alla retta ragione mai
sia stato commesso. Colui che così operò non soltanto se stesso, ma anche il luogo della sua
preghiera personale ha resa tale che Dio distolga di là il sua sguardo. Nell’approfondire le
considerazioni su tale luogo, devo dire qualche casa, che potrebbe sembrare forse incresciosa,
ma che ad esaminarla accuratamente non è da disprezzare. Si tratta di sapere se sia santo e puro
rivolgersi a Dio nella preghiera nella stanza dove si compie l’opera della carne, non quella
contraria alle leggi ma secondo la parola dell’Apostolo, per indulgenza e non per comanda.
Poiché se non può attendere alla preghiera come si conviene, se non compie là questo dovere
che temporaneamente, per mutuo consenso, è d’uopo considerare anche questo, se tal luogo
cioè vi si addica.
5. Aggiunge alla utilità qualche cosa di gradevole il luogo della preghiera, dove i credenti si
riuniscano insieme, perché è credibile che ivi potenze angeliche partecipino alle assemblee dei
credenti. Là discende la forza dello stesso Signore e Salvatore nostro, dove si radunano gli
spiriti dei santi, a mio credere, quelli dei marti che ci hanno preceduto e senza dubbia anche
quelli dei santi ancora in vita, benché ciò non riesca facile a dirsi come avvenga. Se degli angeli
ciò si può arguire dal detto: «L’angelo. del Signore si aggirerà intorno a coloro che temono Dio e
li libererà», se Giacobbe asserisce il vero non solo nei suoi riguardi, ma anche con riferimento a
quelli che sono devoti a Dio, quando parla dell’«angelo che mi libera da tutti i mali», è credibile
che, allorquando malti sono legittimamente riuniti per la gloria di Cristo, l’angelo di ciascuno
s’aggiri intorno a ognuno di coloro che temono il Signore, se si trova con l’uomo che ha
l’incarico di custodire e di dirigere, di guisa che, quando i santi sano riuniti, vi sona due chiese,
quella degli uomini e quella degli angeli. Se Raffaele dice del solo Tobia di avere offerto la sua
preghiera in memoriale e poi quella di Sara, che sarebbe divenuta più tardi sua nuora per il
matrimonio con il giovane Tobia, che cosa conviene dire, quando s’avvera il caso che molti si
riuniscono in un medesimo spirito e in un medesimo pensiero e formano un solo carpo in
Cristo? Quanto alla potenza del Signore che è presente nella Chiesa, Paolo dice: «Essendo
radunati voi e il mio spirito con la potenza del Signore», come se la potenza del Signore fosse
non solamente con gli Efesini, ma anche con i Corinzi. Ora, se Paolo, ancora rivestito di carne
corporea, ha pensato di essere portato con il suo spirito a Corinto, non è temerario pensare che i
beati usciti dai loro corpi vengano in spirito, forse più celermente di colui che è nel corpo, in
mezzo alle assemblee. Per tali ragioni non si devono tenere in poco conto le preghiere che si
fanno nelle chiese, perché esse hanno veramente qualche casa di eccellente per chi
legittimamente vi prende parte.
6. Come la potenza del Signore e lo spirito di Paolo e degli uomini che a loro assomigliano e gli
angeli del Signore, che si aggirano, che attorniano i santi si riuniscono e si assembrano con
coloro che si congregano in modo legittimo, bisogna darsi pensiero che, se qualcuno è indegno
dell’angelo santo a causa delle colpe e delle ingiustizie commesse per disprezzo di Dio, non
cada in balia di un diavolo. Un tale uomo, data che sono rari coloro che gli rassomigliano, non
sfuggirà per lungo tempo alla provvidenza degli angeli, i quali per servizio del divino valere
esercitano la sorveglianza sulla comunità e portano a conoscenza di tutti i falli di quell’uomo.
Ma se tali individui divengono più numerosi e se si radunano alla stregua delle società umane
per occuparsi di affari terrestri, Dio non veglierà più su di loro. Ciò appare chiaro dalle parole
del Signore presso Isaia: «Quando venite per comparirmi innanzi, io, dice egli, stornerò i miei
occhi da voi e, se moltiplicherete le vostre suppliche, non vi ascolterò». Può pertanto darsi che
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