Page 34 - La Preghiera
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zelo, profondità, e ampiezza, ma non penetra la ragione per cui tutto è in pace e in armonia. Le
                  parole del testo sono: «È meglio essere invitato a mangiare verdure con amicizia e grazia che un
                  vitello di stalla con odio». Spesso quindi accettammo di essere ospiti ad un familiare e semplice
                  banchetto offerto con coscienza pura presso quelli che di più non sapevano dare, piuttosto che
                  sedere a livello di superbi discorsi contro la scienza di Dio, che hanno sì una  buona dose di
                  probabilità  ma  che  proclamano  una  dottrina  diversa  da  quella  del  Padre  del  Signore  nostro
                  Gesù,  che  ha  dato  la  legge  e  i  profeti.  Orbene,  affinché  per  penuria  di  alimenti  non  ci
                  ammaliamo  nell’anima  né  agli  occhi  di  Dio  moriamo  per  fame  della  parola  del  Signore,
                  chiediamo al Padre il pane vivo che è come dire supersostanziale, obbedendo all’insegnamento
                  del Salvatore nostro, credendo e vivendo più rettamente.

                  Il vocabolo epioúsios, supersostanziale

                  7.  Ma  ora  bisogna  esaminare  la  parola  «supersostanziale».  Innanzitutto  occorre  sapere  che  il
                  termine  epioúsios  non  viene  citato  da  nessun  scrittore  greco  né  da  alcun  filosofo  e  non  è
                  nemmeno  usato  nella  lingua  parlata  dal  popolo,  ma  sembra  essere  stato  coniato  dagli
                  Evangelisti.  Sono  concordi  pertanto  Matteo  e  Luca  su  questa  parola  che  riportano
                  indifferentemente. I traduttori del testo ebraico hanno fatto la stessa cosa anche per altri termini.
                  Infatti quale scrittore greco avrebbe usato la voce enotízou o l’altra akoutístheti, invece di eis tà óta
                  déxai o akoúsai póiei. Un termine simile a epioúsios è scritto da Mosè, ed è parola di Dio: «E voi
                  sarete per me il popolo eletto (perioúsios)». Ora, sembra che entrambi i termini siano formati da
                  ousía: l’uno a significare il pane che si muta nella Sostanza, e l’altro il popolo che sta attorno alla
                  Sostanza e comunica con essa.

                  Significati e valori di sostanza

                  8. I filosofi affermano che la sostanza propriamente detta sia il fondamento essenziale delle cose
                  incorporee,  quelle  il  cui  essere  non  muta  e  non  riceve  aumento  né  soffre  diminuzione.
                  Diversamente si comportano le cose corporee, per cui esiste accrescimento o mancamento, per il
                  fatto di esser labili e di aver bisogno di un qualcosa che le sostenga e le sostenti, cosicché, se a
                  un certo punto sopraggiunge più di quanto è fuoriuscito, si ha l’accrescimento; se di meno, una
                  perdita.  Se  poi  alcune  cose  corporee  non  hanno  nessun  apporto,  sono,  per  dir  così,  in  pura
                  diminuzione. Altri filosofi che suppongono la sostanza come accessoria nelle cose incorporee,
                  ma fondamento in quelle corporee, la definiscono così: sostanza è la materia prima di cui e per
                  cui è fatto ciò che esiste; oppure è la materia di cui constano i corpi; e quanto di consistente
                  hanno i nomi delle cose, o il primo stadio di esistenza, indeterminato; o ciò che preesiste alle
                  cose oppure ciò che riceve tutti i mutamenti e le alterazioni, mentre esso  è senza alterazioni,
                  secondo il proprio principio. È ancora ciò che persiste attraverso ogni alterazione e mutamento:
                  secondo costoro poi la sostanza non ha qualità né figura, conformemente al suo principio, né
                  possiede una grandezza prestabilita, ma s’informa ad ogni qualità, come a un posto che le si
                  adatta. Chiamiamo propriamente qualità le forze e gli aspetti in genere, cui s’uniscono il moto e
                  il configurarsi delle cose. Dicono che la sostanza non partecipi di nessuna qualità, a causa del
                  suo principio; ma che sia inseparabile da qualcuna di esse per via dell’accidente o sia altrettanto
                  in  grado  di  ricevere  tutti  gli  influssi  dell’agente  ogni  volta  che  questo  influisce  e  produce
                  mutamento. Ha insita infatti una forza che tutto pervade, cosicché sarebbe causa di ogni qualità
                  e delle operazioni inerenti. Dicono sia mutevole in tutto e per tutto, e completamente divisibile,
                  e che ogni sostanza può aderire a qualsiasi altra, una volta unita, s’intende.

                  La Parola di Dio pane dell’anima

                  9.  Ora,  poiché  nella  nostra  ricerca  sulla  sostanza,  portativi  dal  pane  supersostanziale  e  dal
                  popolo  eletto,  abbiamo  detto  queste  cose  per  distinguere  i  significati  del  termine  sostanza;
                  trattandosi  però  –  lo  vedemmo  prima  –  di  pane  spirituale  che  noi  dobbiamo  chiedere,
                  necessariamente crediamo che la sostanza debba essere affine a questo pane, affinché come il




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