Page 31 - La Preghiera
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pregando: «Sia santificato il tuo nome come in cielo, anche sulla terra. Venga il tuo regno come
                  in cielo, anche sulla terra. Sia fatta la tua volontà come in cielo, anche sulla terra». Il nome di
                  Dio, infatti, è santificato tra quelli del cielo e per loro si attua il regno di Dio ed è fatta in essi la
                  volontà  di  Dio;  cose  tutte  che  mancano  a  quelli  della  terra,  ma  possono  toccarci  se,  per
                  conseguirle, ci rendiamo degni di Dio che porge ascolto a tutte queste cose.

                  Cristo è il cielo e la Chiesa la terra

                  3. Qualcuno potrebbe  investigare su  quel  «Sia fatta la tua volontà, come in cielo anche sulla
                  terra», dicendo: «Ma come può essere fatta la volontà di Dio in cielo, ove ci sono “gli spiriti del
                  male”onde “anche in cielo è ebbra la spada di Dio”»? Se preghiamo che sia fatta la volontà di
                  Dio  sulla  terra  così  come  è  fatta  in  cielo,  non  forse  sconsideratamente  chiediamo  che  restino
                  sulla terra anche quelle cose per noi infeste, poiché discendono dal cielo anch’esse, per cui molti
                  sulla terra diventano malvagi a causa degli spiriti del male che li sopraffanno e che sono nel
                  cielo?  Chi  quindi  interpretando  allegoricamente  il  cielo  e  identificandolo  nel  Cristo;  la  terra,
                  invece, interpretandola come la Chiesa – quale trono è infatti così degno del Padre come Cristo
                  e  quale  sgabello  dei  piedi  di  Dio  se  non  la  Chiesa?  –,  facilmente  scioglierà  la  questione,
                  affermando che ognuno che appartenga alla Chiesa deve pregare di accettare la volontà paterna
                  come l’aveva accettata Cristo che era venuto a fare la volontà del Padre suo e tutta l’aveva fatta.
                  Può infatti chi si sia unito a Lui diventare uno spirito solo con Lui, per questo accettando la sua
                  volontà,  cosicché  essa  si  compia  in  cielo  come  si  compie  anche  in  terra  poiché  «colui  che  si
                  unisce  al  Signore  –  dice  Paolo  –  è  uno  spirito  solo  con  Lui».  E  penso  che  non  debba  essere
                  trascurata questa interpretazione da parte di chi l’avrà un po’ attentamente considerata.

                  Cristo farà della terra un cielo

                  4. Chi invece la impugna, citerà ciò che alla fine di questo Vangelo è detto dal Signore dopo la
                  sua risurrezione, agli undici discepoli:  «Fu data a me ogni potestà come in cielo, anche sulla
                  terra».  Avendo  infatti  potestà  sulle  cose  del  cielo,  dice  di  averla  ricevuta  anche  per  la  terra:
                  infatti le cose del cielo sono state illuminate anche prima da parte del Verbo, ma alla fine del
                  mondo anche le cose della terra, per mezzo della potestà data al Figlio di Dio, imitano quelle
                  che in cielo sono perfette e su cui ricevette la potestà il Salvatore. Vuole pertanto prendersi i
                  discepoli come cooperatori nella preghiera al Padre, affinché, essendo state le cose della terra
                  conformate su quelle che nel cielo sono soggette alla verità e al Verbo, con il potere che ricevette
                  come in cielo così anche in terra, le conduca al felice fine che ha tutto quanto è a Lui soggetto. E
                  chi interpreta che il cielo sia il Salvatore e la terra la Chiesa, facendo del cielo il primogenito di
                  tutta la creazione, sul quale riposa il Padre come su un trono, potrebbe dedurre che è l’«uomo»
                  di cui si rivestì e che si permeò di quella potenza del Verbo, a dire dopo la risurrezione, per il
                  fatto di essersi umiliato e divenuto obbediente fino alla morte: «Fu dato a me ogni potere, come
                  in cielo, anche in terra», avendo l’«umanità» del Salvatore ricevuto la potestà delle cose celesti
                  che sono in potere dell’Unigenito, affinché sia in comunione con Lui, mescolata alla sua divinità
                  e formi una sola cosa con Lui.

                  L’uomo santo ha già il cielo sulla terra

                  5. Poiché la seconda interpretazione non risolve il dubbio su come si faccia la volontà di Dio in
                  cielo, dal momento che lottano gli spiriti del male celesti con quelli terrestri, si può risolvere così
                  la questione. Colui che sta ancora sulla terra, ma ha la cittadinanza nel cielo e lassù ammassa
                  tesori poiché ivi ha il suo cuore e porta l’immagine del Celeste, non per il posto che occupa egli
                  non è più sulla terra, ma per le sue disposizioni interiori; e non appartiene al mondo di quaggiù,
                  ma del cielo e di un  mondo celeste  migliore di  quello. Anche  gli  spiriti del male che ancora
                  dimorano nel cielo ma hanno la cittadinanza sulla terra e in ciò che loro s’oppone fanno guerra
                  agli uomini e ammassano tesori sulla terra, e portano l’immagine del terreno «che è la prima
                  delle opere del Signore fatta perché se ne dilettino gli angeli», non sono celesti né abitano nel




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