Page 23 - La Preghiera
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La preghiera dell’esibizionista

                  2.  È  chiaro  perciò  che  sovente  il  nostro  Salvatore  bolla  la  brama  di  gloria  come  un  affetto
                  rovinoso: ciò che ripete anche qui, allontanando dal modo di pregare degli ipocriti. Opera degli
                  ipocriti è infatti quella di voler vantare tra gli uomini pietà o magnanimità; occorre invece che,
                  ricordandoci delle parole: «Come potete credere voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non
                  cercate  la  gloria  che  viene  da  Dio  solo?»,  disprezziamo  ogni  gloria  umana  anche  se  sembri
                  provenire da qualche bella azione, e cercare la gloria vera e propria che viene da Colui che solo
                  glorifica  chi  ne  è  degno,  in  modo  a  lui  adeguato  e  oltre  il  merito  del  glorificato.  Pertanto
                  quell’azione  che  sarebbe  stata  stimata  bella  e  lodevole  si  corrompe  allorché  crediamo  di
                  compierla per essere onorati dagli uomini e per apparire ai loro occhi. Onde non ne segue da
                  parte  di  Dio  ricompensa  alcuna.  Infatti  ogni  parola  di  verità  di  Gesù  diventa  –  anche  se
                  dobbiamo  dirlo  a  malincuore  –  ancora  più  veritiera  quando  viene  profferita  con  la  consueta
                  formula di giuramento. Dice espressamente di coloro che credono di fare del bene al prossimo a
                  motivo della fama che hanno tra gli uomini o che pregano nelle sinagoghe e agli angoli delle
                  piazze per essere visti tra gli uomini: «In verità vi dico: hanno ricevuto la loro ricompensa». Il
                  ricco infatti, di cui leggiamo in Luca, ricevette i beni nella sua vita terrena, e, per il fatto di averli
                  già ricevuti, non poté conseguirli più dopo questa vita. Così chi ebbe la sua ricompensa con il
                  donare  a  qualcuno  o  con  il  pregare,  poiché  non  seminò  in  spirito  ma  nella  carne,  mieterà  la
                  corruzione,  non  certo  la  vita  eterna.  Orbene,  semina  nella  carne  colui  che  fa  elemosina  nelle
                  sinagoghe,  nelle  strade,  per  essere  onorato  dagli  uomini  facendo  elemosina  con  la  tromba
                  davanti a sé, oppure preferisce star ritto a pregare nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze,
                  affinché, al cospetto degli uomini, sia creduto da coloro che lo vedono, un uomo pio e santo.

                  La preghiera del dilettante

                  3.  Ma  anche  chiunque  percorre  la  via  larga  e  spaziosa  che  conduce  alla  perdizione,  e  non
                  contiene nulla di vero e di retto ma è tutta tortuosa ed angolosa (infatti la sua linearità è in gran
                  parte incrinata), vi sta non diversamente da colui che prega agli angoli delle piazze. Nella sua
                  ricerca  di  diletto  si  mette  non  in  una  sola  ma  in  parecchie  piazze,  nelle  quali  «coloro  che
                  muoiono da uomini» per essersi staccati dalla divinità esaltano e ritengono beati quelli che essi
                  credono siano pii nelle piazze. Molti sono quelli che pregano sembrando più amanti del diletto
                  che di Dio, comportandosi nella preghiera quasi come ubriachi nel mezzo dei simposi e tra le
                  gozzoviglie, e stando veramente agli angoli delle piazze a pregare. Infatti chi vive secondo il
                  piacere ed ama la via spaziosa abbandona la stretta ed angusta via di Gesù Cristo, la quale non
                  ha curvature né segni di angoli.

                                                      CAPITOLO XX

                  La preghiera nella Chiesa e nella Sinagoga

                  1. Se poi c’è diversità tra Chiesa e Sinagoga – l’una, la Chiesa vera e propria, non ha macchia né
                  ruga né altro di simile, ma è santa ed irreprensibile; in essa non entra né il nato da cortigiana né
                  l’eunuco  o  l’evirato,  nemmeno  l’Egiziano  o  l’Idumeo  i  cui  figli  soltanto  dopo  la  terza
                  generazione  potranno  aderire  alla  Chiesa;  né  il  Moabita  e  l’Ammonita  se  non  alla  decima
                  generazione  compresa  e  trascorso  che  sia  un  secolo;  l’altra,  la  Sinagoga,  è  stata  edificata  dal
                  centurione prima che venisse Gesù e da Lui ricevesse la testimonianza di una fede così grande
                  che il Figlio di Dio non trovò nemmeno in Israele –, colui che ama pregare nelle Sinagoghe è
                  simile a chi prega agli angoli delle piazze. Non così fa il santo. Infatti non soltanto si diletta di
                  pregare, ma ama la preghiera, e non nelle Sinagoghe, ma nelle adunanze; non agli angoli delle
                  piazze, ma nella giusta anche se stretta ed angusta via; non per esser visto dagli uomini, ma
                  dall’occhio del Signore Iddio. È infatti il figlio maschio che pensa all’anno gradito del Signore
                  ed  osserva  il  comandamento  che  dice:  «Tre  volte  all’anno  ogni  figlio  maschio  comparirà  al




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