Page 21 - La Preghiera
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su Anania e i suoi compagni la benedizione spirituale che giunge a tutti i santi – quella di cui
                  parla Isacco a Giacobbe: «Dio ti doni della rugiada del cielo» – sia scesa in modo più copioso
                  della  rugiadamateriale  che  spense  la  fiamma  di  Nabucodonosor?  E  invisibili  leoni  che  non
                  poterono  più  influire  in  nulla  sulla  sua  anima  non  chiusero  la  loro  bocca  davanti  al  profeta
                  Daniele molto più dei leoni veri che tutti conosciamo per la lettura della Scrittura? E chi riuscì a
                  sfuggire al ventre del mostro, domato da Gesù salvatore nostro, che divorava tutti i disertori di
                  Dio, così bene come Giona, divenuto capace di ricevere, da uomo santo, lo Spirito Santo?

                                                     CAPITOLO XVII

                  Non infallibilmente Dio dona le grazie materiali

                  1.  Non  dobbiamo  meravigliarci  poi  se  non  tutti  coloro  che  ricevono  gli  oggetti  cui  tengono
                  dietro per dir così simili ombre non ottengono l’ombra corrispondente; altri invece l’ottengono.
                  Coloro che si occupano di studi sugli orologi solari e della teoria delle ombre nei corpi luminosi
                  sanno bene che questo è il comportamento degli oggetti. Certi orologi solari, infatti, hanno l’asta
                  priva d’ombra a una certa ora; altri invece sono, per dir così, di corta ombra, altri ancora hanno
                  l’ombra più lunga di quelli. Non è da far meraviglia perciò se, secondo l’intenzione di Colui che
                  dona le cose essenziali elargendo con proporzioni inafferrabili e nascoste in armonia con quelli
                  che ricevono e con le loro condizioni, nel dono delle cose sostanziali talora quelli che le ricevono
                  non vedano seguire affatto le ombre, talaltra non tutti gli oggetti hanno l’ombra, ma soltanto
                  pochi; infine questa è minore in confronto di altre più grandi che tengon dietro ai propri corpi.
                  Ora, come l’ombra del corpo, che ci sia o non ci sia, né rallegra o addolora chi cerca i raggi del
                  sole ed ha tutto il necessario una volta che sia stato illuminato, anche se è privo dell’ombra o ne
                  avesse di più o di meno; allo stesso modo, se noi abbiamo i beni spirituali e siamo illuminati da
                  Dio sul possesso completo dei veri beni, non daremo più importanza a ciò che è effimero al pari
                  dell’ombra. Giacché tutte le cose, materiali e corporee, quali esse siano, hanno la consistenza di
                  un’ombra leggera e debole, né si possono affatto paragonare coi salutari e santi doni del Dio di
                  tutto. Infatti, c’è paragone tra la ricchezza materiale con quella racchiusa in ogni dono di parola
                  e in ogni scienza? Chi, se non un pazzo, confronterebbe la salute delle carni e delle ossa con una
                  mente sana, un’anima gagliarda e pensieri in armonia? Tutte cose queste che, ben ordinate dalla
                  Parola di Dio, fanno delle pene del corpo una graffiatura, o meno ancora.

                  Eccellenza di tutto quanto è spirituale

                  2. Se uno ha compreso che bellezza sia mai quella della sposa amata dallo Sposo, il Verbo di
                  Dio,  l’anima  cioè,  fiorente  di  sovrumana  e  sovracelestiale  bellezza,  si  vergognerà  di  onorare
                  persino con il nome stesso di bellezza l’avvenenza fisica di una donna, o di un fanciullo, o di un
                  uomo; la vera bellezza non la racchiude la carne, che  è una bruttezza sola. La carne infatti  è
                  come l’erba e la sua gloria che è irradiata dalla cosiddetta bellezza delle donne e dei fanciulli
                  viene paragonata al fiore, secondo il detto del profeta, che scrive: «Tutta la carne è come erba.
                  L’erba si seccò e  il fiore cadde, ma la parola del Signore resta in eterno». Ci  sarà ancora chi
                  chiamerà vera nobiltà quella che intendono gli uomini, dopo che ha conosciuto la nobiltà dei
                  figli  di  Dio?  L’intelligenza,  poi,  che  ha  ammirato  lo  stabile  regno  di  Cristo,  come  non
                  disprezzerà, non facendone nessun conto, ogni regno della terra? E l’esercito degli angeli, e tra
                  questi gli arcangeli delle schiere del Signore, i Troni e le Dominazioni, i Principati e le Potestà
                  sovracelesti, nella misura con cui riesce a comprendere la mente umana ancora avvinta al corpo,
                  avendo mirato chiaramente, secondo che fu capace, e compreso di poter raggiungere presso il
                  Padre  un  onore  uguale  ad  essi,  come  non  trascurerà,  facendone  un  paragone  e  giudicando
                  oscurissime e degne di nessun interesse queste cose, in verità ancor più deboli dell’ombra, che
                  suscitano  ammirazione  presso  gli  stolti?  Qualora  gli  venissero  date  tutte  queste  cose,  non  si
                  darà  più  pensiero  di  poter  raggiungere  i  veri  Principati  e  le  divine  Potestà?  Orsù,  si  preghi
                  quindi per le cose sostanziali, veramente grandi e celesti; per quanto riguarda le ombre che ne
                  tengon  dietro,  si  lasci  fare  a  Dio  che  conosce  i  bisogni  del  corpo  mortale  prima  ancora  che




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