Page 14 - La Preghiera
P. 14
Conferma l’intercessione dei santi, anche Geremia: «apparendo segnalato per età e gloria così
da avere attorno a sé una maestà sì meravigliosa e splendida, e stendendo la destra e dando a
Giuda una spada d’oro». Un altro santo morto prima testimonia di lui così: «Questi è Geremia
profeta di Dio, colui che prega molto per il popolo e per la città santa».
La preghiera nel Corpo mistico
2. Poiché i santi avranno svelato «a faccia a faccia» la conoscenza che in questa vita è «solo come
in uno specchio e per enigma», sarebbe incongruente non applicare per le altre virtù questa
analogia, quando proprio colà raggiungono la perfezione le cose che quaggiù sono soltanto
cominciate. La principale virtù secondo la parola di Dio è l’amore verso il prossimo; bisogna
ammettere che i santi già morti la esercitano più che mai verso quelli che lottano ancora nella
vita, molto più di quanto lo possono fare coloro che, essendo sottomessi alla debolezza umana,
aiutano ancora nella lotta i fratelli più deboli; poiché il testo: «se un membro soffre, tutte le
membra soffrono con lui e se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui»non si
applica solo a quelli che amano i fratelli quaggiù. Ma si applica opportunamente anche
all’amore di quelli che sono al di là della vita presente la parola di san Paolo: «L’ansietà per
tutte le chiese. Chi è debole che io non sia debole? Chi è scandalizzato che io non arda?». Cristo
stesso ha dichiarato di essere ammalato in ciascuno dei santi che sono ammalati, che è in
carcere, che è nudo, straniero, che soffre la fame e la sete. Chi ignora, di coloro che hanno letto il
Vangelo, che il Cristo, riferendo a Se stesso le sofferenze dei suoi credenti, soffre quel che
soffrono questi?
La diaconia degli angeli
3. Se «gli angeli di Dio, avvicinatisi a Gesù, lo servivano», non bisogna pensare che questo
ministero fosse per il breve tempo della sua dimora con il corpo tra gli uomini e quando si
trovava ancora in mezzo ai credenti non come colui che è a tavola, ma che serve. Quanti angeli,
senza dubbio, servono Gesù che vuole raccogliere a uno a uno i figli di Israele e radunare quelli
che sono dispersi e salvare quelli che lo temono e lo invocano; ancor più degli Apostoli
collaborano ad allargare e ad accrescere la Chiesa, cosicché Giovanni dice nell’Apocalisse che vi
sono degli angeli preposti al governo della Chiesa. Infatti non per nulla gli angeli di Dio
salgono e scendono sopra il Figlio dell’uomo, visibili agli occhi illuminati dalla luce della
conoscenza.
È la Provvidenza a far incontrare chi prega con chi esaudisce
4. Essi dunque, nel tempo della preghiera, richiamati da colui che prega per le sue necessità,
adempiono quanto è in loro potere, consapevoli della missione universale che hanno ricevuto.
Serviamoci di un’immagine particolare per illustrare il nostro pensiero. Facciamo il caso di un
medico che si preoccupa di esser giusto, presso un malato che ha chiesto di esser guarito; il
medico possiede i mezzi per curare il male per cui l’infermo prega. È evidente che egli sarà stato
mosso a curare chi lo pregava, giustamente supponendo che proprio questo era il disegno di
Dio che ascoltò la preghiera di chi invocava la liberazione dal male. O ecco il caso di un uomo
che possiede in abbondanza i beni della vita, generoso, ascolta la preghiera del povero che
rivolge a Dio la domanda per quanto ha bisogno. Certamente, anche costui esaudirà la
preghiera del povero, facendosi ministro della volontà del Padre che avvicina, nel tempo della
preghiera, colui che può dare e colui che prega; non potendo, per l’essenza della sua bontà,
dimenticare il bisognoso.
L’aiuto dell’angelo custode
5. Si deve credere, pertanto, che questi fatti, quando accadono, non dipendano soltanto dal caso,
ma Colui «che ha contato tutti i capelli del capo» dei santi, nel momento della preghiera, ha
12