Page 11 - La Preghiera
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CAPITOLO VII

                  La libertà degli astri

                  In risposta all’obiezione circa la preghiera fatta perché il sole sorga, va detto questo: anche il
                  sole ha una sua libera volontà lodando con la luna Dio. Dice infatti la Scrittura: «Lodatelo, sole e
                  luna».  Evidentemente  anche  la  luna  e  in  conseguenza  tutte  le  stelle  sono  dotate  di  libero
                  arbitrio: «Lodatelo, tutte voi stelle, e tu luce». Dunque – lo abbiamo detto – Dio si serve della
                  libera volontà di ciascun essere della terra e lo ha convenientemente ordinato ad una qualche
                  utilità di chi è sulla terra; si deve supporre quindi che per mezzo della volontà del sole, della
                  luna e degli astri, con necessità sicurezza stabilità sapienza, abbia ordinato in armonia con tutto
                  l’universo  il  cammino  e  il  movimento  delle  stelle.  E  se  la  mia  preghiera  non  è  senza  effetto
                  quando  è  per  le  cose  dipendenti  dalla  volontà  altrui,  tanto  più  è  efficace  allorché  viene
                  indirizzata per quello che dipende dalla libera volontà delle stelle in armoniosa danza per tutto
                  l’universo.  Se  delle  cose  terrestri  si  può  dire  che  certe  immagini  generate  dagli  oggetti
                  circostanti provocano la nostra debolezza o la nostra inclinazione al male, così da farci compiere
                  o  dire  questo  o  quello;  delle  cose  celesti,  invece,  quale  impressione  può  mai  far  deviare  ed
                  aberrare dal corso così benefico per l’universo ciascuno di  questi astri? Essi  hanno un’anima
                  dotata di ragione, inaccessibili all’influenza di queste immagini e costituita di un corpo etereo e
                  purissimo.

                                                     CAPITOLO VIII

                  Condizioni irrinunciabili per una preghiera efficace

                  1. Non ritengo fuori luogo servirmi di un esempio un po’ particolare per esortare a pregare ed
                  evitare che si tralasci la preghiera. Come non è possibile generare figli senza la donna e senza i
                  mezzi procreativi, così uno non potrebbe ottenere certe cose se non pregando in un dato modo,
                  con una conseguente disposizione di spirito, ed una particolare fede, se non ha tenuto una certa
                  condotta anteriormente alla preghiera. Non si devono pertanto fare vane ciance, né chiedere le
                  piccole cose, né bisogna pregare per quelle terrene o accostarsi all’orazione con pensieri agitati
                  dall’ira. Ora, senza purità, non si riesce a comprendere come si possa attendere alla preghiera;
                  colui che prega non può ottenere la remissione dei peccati se nel suo cuore non abbia perdonato
                  al fratello che ha mancato e che chiede di ricevere il perdono.

                  Mettersi alla presenza di Dio

                  2.  Inoltre  credo  che  per  molte  vie  riceva  il  frutto  del  suo  pregare  colui  che  prega  nel  modo
                  dovuto o vi si applica con ogni sforzo. Innanzitutto grande aiuto ottiene chi, tutto intento in se
                  stesso  alla  preghiera,  si  mette  davanti  a  Dio  in  quello  stato  che  conserverà  nel  pregare  e  si
                  atteggia nel parlare a Lui come se Egli vedesse e fosse presente. Infatti, come certe immagini e
                  ricordi  degli  oggetti  che  li  hanno  provocati  turbano  i  pensieri  di  coloro  il  cui  spirito  è
                  ingombrato da essi, allo stesso modo si deve credere che sia utile il ricordo di Dio presente, il
                  quale scruta i moti reconditi dell’animo: costui deve disporsi a piacere come se fosse presente
                  Dio  e  vedesse  e  prevenisse  ogni  pensiero,  Lui  che  esamina  i  cuori  ed  esplora  i  reni.  Che,
                  poniamo, se poi nessun altro vantaggio ancora oltre a questo toccasse a chi abbia così disposto il
                  suo animo alla preghiera, non si deve pensare che non sia toccato già un frutto a chi si è così
                  devotamente atteggiato al momento di pregare. Coloro che si sono dedicati senza interruzione
                  alla  preghiera  sanno  per  esperienza  –  se  è  stato  fatto  sovente  –  quante  volte  accada  di  esser
                  tenuti  lontani  dai  peccati  e  spinti  alle  buone  azioni.  Perché  se  la  memoria  e  il  ricordo  di  un
                  uomo  riputato  e  pieno  di  saggezza  ci  muovono  alla  sua  imitazione  e  spesso  frenano  i  bassi
                  impulsi, quanto più il ricordo di Dio Padre di tutti, unito alla preghiera, giova a coloro che si
                  sono persuasi di essersi posti alla sua presenza e di parlare a Lui che è in ascolto.





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