Page 9 - La Menzogna
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stati quei falsi fratelli che, intrufolatisi fra i cristiani, avevano sparso la diceria che egli
aveva ceduto di fronte a loro. Riconoscendo in loro la verità, egli si sarebbe arreso di
fronte a quei tali che predicavano che secondo il Vangelo la speranza di salvarsi era
riposta nella circoncisione della carne e nelle altre pratiche simili ad essa, e che senza
queste pratiche Cristo non avrebbe arrecato alcun giovamento all’umanità. La verità,
viceversa, era che Cristo non giovava a nulla a coloro che si facevano circoncidere con la
convinzione che in tale rito si trovava la salvezza. Perciò dice: Ecco io, Paolo, vi dico
questo: Se vi circoncidete, Cristo non vi gioverà a nulla. Con tale libertà Paolo osservò le
pratiche in uso presso i padri, badando solo a questo - e così anche predicando -, che cioè
non si credesse annullata la salvezza di cui godono i cristiani perché venivano escluse le
antiche osservanze. Pietro al contrario con la sua simulazione costringeva i pagani a
vivere da giudei come se la salvezza si trovasse nel giudaismo. Lo attestano le parole di
Paolo, che gli disse: Come puoi costringere i gentili a farsi giudei? Non si sarebbe potuto
dire che erano costretti se non l’avessero visto osservare quei riti ritenendo che senza di
loro non c’era salvezza. Quindi la simulazione di Pietro non ha nulla di simile con la
libertà di [coscienza predicata da] Paolo. Noi quindi dobbiamo amare Pietro che
volentieri si lasciò riprendere da Paolo, ma non possiamo in alcun modo difendere la
[liceità della] menzogna in base all’autorità di Paolo. Costui alla presenza di tutti
richiamò al dovere Pietro, per impedire che per il suo esempio i pagani venissero costretti
a vivere da giudei. Inoltre Paolo fu coerente con la sua predicazione quando, di fronte a
quelli che lo giudicavano nemico delle tradizioni dei padri, in quanto non voleva che
venissero imposte ai gentili, non ricusò di rispettarle lui stesso celebrando i riti dell’antico
cerimoniale. Ciò facendo, mostrò con sufficiente chiarezza che, dopo la venuta di Cristo,
tali pratiche sopravvivevano in queste dimensioni: per i giudei non erano dannose, per i
pagani non erano obbligatorie, per nessuno erano necessarie in ordine alla salvezza.
Nessun argomento valido a favore della menzogna dai libri sacri.
5. 9. Nessun argomento valido a favore della menzogna si può quindi ricavare dai libri
sacri. Non dall’Antico Testamento, perché non è menzogna ciò che si deve prendere
come figura, tanto se si tratta di fatti quanto di detti, ovvero anche perché non si propone
alla imitazione dei buoni ciò che nei cattivi, incamminati verso il meglio, si loda
rapportandolo con cose peggiori. Non si ricava nemmeno dai libri del Nuovo Testamento,
nei quali ci si invita ad imitare il ravvedimento di Pietro più che non la [colpa della]
simulazione, come, dello stesso Pietro, dobbiamo imitare le lacrime e non la negazione.
La menzogna è peccato grave.
6. 9. Quanto agli esempi desunti dalla vita ordinaria, asseriscono con la più grande
sicurezza [questi dottori] che non vi si deve prestar fede. Nel loro insegnamento infatti
essi partono dal principio che la menzogna è un’iniquità; e ciò provano con molti testi
della sacra Scrittura, primo dei quali il passo: Tu, Signore, hai in odio quanti commettono
azioni inique, mandi in perdizione quanti dicono la menzogna. Infatti, come di solito fa la
Scrittura, con lo stico seguente si chiarifica il precedente; e così, siccome la parola
«iniquità” ha un significato assai ampio, dobbiamo intendere che, quando si nomina la
menzogna, l’autore ha voluto presentarla come una specie nel genere della iniquità.
Ovvero se fra menzogna e iniquità c’è una qualche differenza, tanto peggiore è da
ritenersi la menzogna quanto più è severa la parola mandare in perdizione rispetto a
odiare. Può darsi infatti che Dio abbia in odio qualcuno in maniera piuttosto blanda, cioè
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