Page 6 - La Menzogna
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l’intenzione di non ingannare. Se al contrario è menzogna ogni affermazione fatta con
                  l’intenzione d’ingannare, non ha mentito il primo fra i due ma l’altro, cioè colui che anche
                  dicendo la verità intendeva trarre in inganno. Se poi è menzogna un’affermazione detta
                  col proposito di mescolare il vero con il falso, hanno mentito tutti e due: l’uno perché
                  intese come falsa la sua affermazione, l’altro perché dalla sua affermazione vera intese
                  farla prendere per falsa. Se finalmente la menzogna consiste nell’affermare il falso con
                  l’intenzione d’affermarlo per trarre in errore, non è stato bugiardo nessuno dei due: non il
                  primo in quanto dicendo il falso si riprometteva di indurre alla verità; non il secondo in
                  quanto per indurre alla falsità affermava cose vere. Sarà dunque assente ogni doppiezza
                  ed ogni falsità se affermiamo a tempo e luogo ciò che riteniamo per vero riconoscendolo
                  anche come tale, e ciò che affermiamo è quello che vogliamo richiamare alla mente altrui.
                  Ma si danno casi diversi, quando cioè noi tentiamo di proporre solamente quello che
                  diciamo con le labbra, ma noi stessi crediamo vero ciò che è falso o diamo come noto ciò
                  che ci è sconosciuto o non crediamo a ciò che si dovrebbe credere o affermiamo ciò che
                  non si dovrebbe affermare. In questi casi c’è, sì, l’errore della sconsideratezza ma in
                  nessun modo la menzogna. Non si deve infatti temere nessuna delle suddette definizioni
                  quando l’animo dentro di sé è convinto di affermare una cosa che sa di essere vera, o
                  almeno così opina o crede, e così pure se non vuol far credere altro se non quello che
                  afferma.

                  Se si diano menzogne che, almeno a volte, siano utili.

                  4. 5. Molto più importante e necessaria di questa è la domanda se si diano menzogne che,
                  almeno a volte, siano utili. Può quindi rimanere dubbio il problema se dica menzogne uno
                  che non abbia la volontà d’ingannare o magari si dia da fare perché non cada in errore
                  colui al quale parla, sebbene abbia consentito che si ritenessero false le sue parole da colui
                  al quale egli voleva proporre solo la verità; e così può dubitarsi se mentisca colui che
                  deliberatamente dice la verità con l’intenzione d’ingannare. Nessuno certo dubita che
                  mente  colui  che  dice  il  falso  volendo  ingannare.  Ne  segue  che  certamente  dice  una
                  menzogna colui che asserisce il falso allo scopo d’ingannare. È dunque cosa evidente che
                  la  menzogna  è  una  affermazione  falsa  proferita  con  l’intenzione  d’ingannare.  Se  poi
                  soltanto in questo caso ci sia la menzogna, è un’altra questione.

                  Se qualche volta non sia utile dire il falso con l’intenzione di trarre in inganno.

                  5. 5. Esaminiamo adesso il genere di menzogne, sul quale tutti sono d’accordo, e cioè se
                  esistano casi in cui sia utile dire il falso anche con l’intenzione di trarre in inganno. Così
                  infatti ritengono alcuni, i quali per convalidare la loro dottrina ricorrono a testimonianze
                  [scritturistiche]. Citano l’esempio di Sara, che avendo riso [della promessa divina], agli
                  angeli  disse  che  non  aveva  riso.  Così  Giacobbe:  interrogato  dal  padre,  egli  rispose
                  dicendo d’essere il suo figlio maggiore, Esaù. Così le ostetriche d’Egitto: perché non
                  fossero uccisi i bambini ebrei che nascevano ricorsero alla menzogna, che lo stesso Dio
                  approvò ricompensando con doni il loro operato. Scegliendo i numerosi episodi [narrati
                  dalla Scrittura], ricordano gli esempi di quegli uomini che nessuno oserebbe dichiarare
                  colpevoli, con la conclusione di farti riconoscere che almeno in certi casi la menzogna
                  può essere non solo non meritevole di biasimo ma anzi meritevole di elogio. E portano
                  anche delle altre prove, volendo convincere non solo gli uomini che hanno familiarità con
                  i Libri sacri ma tutti gli uomini forniti di comune buon senso. Dicono: Se viene da te uno
                  che tu con la tua bugia potresti sottrarre alla morte, ti rifiuteresti di mentire? Se un malato




                  Agostino – Menzogna                                                         pag. 4 di 30
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