Page 5 - La Menzogna
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egli in effetti sa di sicuro, o almeno suppone, che quanto da lui detto può esser preso per
falso proprio perché lo dice lui. E pertanto, dicendo la verità perché la si prenda come una
falsità, egli dice, sì, la verità ma nell’animo vuole ingannare. Si impone quindi la
domanda: Chi mente?, colui che asserisce il falso con l’intento di non ingannare o colui
che dice il vero con il proposito di ingannare? In effetti il primo sa o immagina di dire il
falso, il secondo sa o pensa di dire la verità. Al riguardo abbiamo già sopra affermato che
non mente colui che non conosce la falsità delle sue asserzioni, da lui ritenute vere; è
invece mentitore colui che dice cose vere credendole false. L’uno e l’altro li si deve
giudicare dalle convinzioni che hanno nell’animo. Riguardo agli individui che abbiamo
ora elencato la questione non è semplice: e questo dico in primo luogo di uno che sa, o
pensa, di dire una cosa falsa, ma la dice allo scopo d’evitare l’inganno. Ecco, ad esempio,
uno che, riguardo a una strada, sa che essa è infestata da briganti; e nello stesso tempo egli
teme che per quella strada s’incammini una persona la cui salute gli è cara. Sapendo che
questa persona non gli presterà fede, egli le può dire che i briganti non ci sono, affinché
costui non passi per quella strada, credendola infestata da briganti, per il fatto che a dirgli
di no è stato uno al quale egli non presta fede ritenendolo un bugiardo. C’è poi un altro
che sa, o crede di sapere, che una cosa è vera, eppure la dice per trarre in inganno. Tale, ad
esempio, è colui che a uno che non gli presta fede dice che in una certa via ci sono i
briganti conoscendo che lì davvero ci sono; e se gli dice così è perché chi lo ascolta si
diriga effettivamente verso quella strada credendo false le parole del collega: di fatto però
egli si imbatte nei briganti. Orbene, quale di questi due è mentitore? Colui che preferisce
dire il falso per non ingannare o colui che dice la verità con l’intenzione d’ingannare?
Colui, dico, il quale dicendo una menzogna ha fatto sì che il suo interlocutore
raggiungesse la verità ovvero l’altro che dicendo la verità ha fatto sì che l’interlocutore
fosse indotto in errore? Non sarà piuttosto esatto dire che hanno mentito tutti e due: il
primo perché volle affermare una falsità, il secondo perché intese trarre in inganno? O
diremo per caso che nessuno dei due ha mentito: il primo perché gli mancò l’intenzione
d’ingannare, il secondo perché intese affermare la verità? Non discutiamo infatti adesso il
problema se l’uno o l’altro abbia peccato ma solo se abbia detto menzogne. Quanto al
peccato infatti a prima vista sembrerebbe averlo commesso colui che dicendo la verità ha
fatto sì che quello sventurato incappasse nei malandrini, mentre non avrebbe peccato,
anzi avrebbe fatto un’opera buona, colui che dicendo il falso ha sottratto quel tizio alla
disgrazia. Ma questi esempi si possono invertire, e quindi esserci qualcuno che, non
volendo ingannare il prossimo, fa questo per esporlo a una disgrazia più grave. Molti
infatti conoscendo la verità di certe cose andarono in rovina poiché le cose erano proprio
tali che sarebbe stato meglio se non le avessero mai conosciute. L’altro invece, che vuole
ingannare il prossimo, può farlo affinché costui ne tragga un qualche vantaggio: ad
esempio certuni si sarebbero suicidati se avessero conosciuto una qualche sciagura
capitata realmente ai propri cari; credendo invece a quella falsità si trattennero dal
suicidio. In tal modo fu utile a questi ultimi essere stati ingannati, come fu dannoso ai
primi l’aver conosciuto la verità. Non si tratta dunque di appurare quali siano stati i
sentimenti con cui l’uno ha detto il falso per non lasciar cadere in inganno e l’altro ha
detto il vero volendo ingannare: se cioè volevano giovare o nuocere. Escludendo per ora
la questione dei vantaggi o dei danni derivati a coloro cui si parla, vogliamo limitarci a
considerare la verità e la falsità delle affermazioni in se stesse e vedere quale dei due
soggetti sia reo di menzogna, o se per caso lo siano tutti e due o nessuno dei due. In effetti
se è menzogna parlare con l’intenzione di dire il falso, ha mentito naturalmente colui che
ha inteso dire una falsità dicendo poi quel che gli è piaciuto dire e dicendolo magari con
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