Page 26 - La Menzogna
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negli altri sarebbe permessa. Una di queste interpretazioni è sostenuta da coloro che non
accettano in nessun caso la menzogna, le altre due sono accettate da coloro che pensano
che a volte almeno si può mentire. Sulle parole che seguono [nel testo, e cioè]: La
frequenza a mentire non arreca alcun bene, non saprei se le si possa prendere a sostegno
della prima fra queste interpretazioni, a meno che non si ritenga che il non mentire affatto
e la volontà di escludere ogni sorta di menzogna sia un precetto riguardante i perfetti,
mentre la frequenza nel mentire sia un divieto che vale anche per i proficienti. Questo,
perché se a tutti fosse ingiunto di non mentire mai e perfino di non nutrire la volontà di
mentire, la cosa sarebbe contraddetta da esempi dove almeno alcune menzogne sono
approvate da documenti assai autorevoli. Si potrebbe rispondere così: riguardano i
proficienti i divieti di mentire ove ci sia di mezzo l’uno o l’altro dei doveri di carità da
praticarsi nella vita presente, ma in generale ogni sorta di menzogna è un male, da evitarsi
a tutti i costi dai perfetti e spirituali. Tant’è vero che la frequenza a mentire non è lecita
nemmeno ai proficienti. Si è già parlato delle ostetriche egiziane, le cui menzogne furono
approvate per l’intenzione che avevano di rendersi utili. C’è infatti un certo
avvicinamento nell’amare la vera ed eterna sapienza quando si mente mossi da bontà
d’animo, sia pure per procurare a qualcuno la salute nel solo ambito della vita mortale.
Dio disperde tutti i mentitori.
17. 35. Riguardo alle parole della Scrittura: Tu disperdi tutti coloro che proferiscono
menzogne c’è chi dice che in esse non viene eccettuata nessuna menzogna ma tutte sono
condannate. Al contrario qualcuno dice: Certo che è così, ma si parla solo di coloro che
proferiscono menzogne con il cuore, come è stato esposto nel paragrafo antecedente. In
effetti dice la verità con il cuore chi detesta la necessità di dover mentire ritenendola una
punizione che grava sulla presente vita mortale. Un altro dice: Dio disperde tutti coloro
che proferiscono menzogne, ma non tutte le menzogne. Il profeta infatti lascia
sottintendere una particolare menzogna, sulla quale a nessuno si concede perdono. È
quando uno non solo non riconosce il suo peccato ma lo difende, rifiutandosi di farne
penitenza. Gli sembra roba da poco agire male, che anzi, pur volendo apparire giusto, non
si sottopone alla medicina della confessione. La differenza stessa delle parole usate non
sembrerebbe richiedere altra spiegazione [che questa]. Dice infatti: Tu hai in odio tutti
coloro che operano il male, ma non li disperdi se pentiti dicono la verità nella loro
confessione e operando la verità vengono alla luce, come è detto nel Vangelo di
Giovanni: Chi fa la verità viene alla luce. Al contrario nell’altro testo dice: Tu disperdi
tutti coloro che non solo compiono opere da te odiate ma anche proferiscono menzogne,
pretendendo una falsa giustizia e ricusando di confessare la colpa e ravvedersi.
Sulla falsa testimonianza.
17. 36. Ora un cenno sulla falsa testimonianza, ricordata tra i dieci comandamenti. Al
riguardo non si può in alcun modo sostenere che basti conservare nel cuore la verità
mentre con la bocca si dice una falsa testimonianza ai danni di colui per il quale la si dice.
Quando si parla con Dio basta certo esser fedeli alla verità con il cuore, ma quando si
parla agli uomini occorre dire il vero anche con la bocca, perché all’uomo non è dato
penetrare nel cuore. Riguardo però alla testimonianza in se stessa, non è assurdo chiedersi
chi sia colui dinanzi al quale si è testimoni. Non siamo infatti testimoni con tutti quelli a
cui parliamo, ma solo con coloro a cui compete, o è doveroso, conoscere la verità o
credere, per mezzo nostro, alla verità. Tale è il giudice, perché non incorra in errore
Agostino – Menzogna pag. 24 di 30