Page 97 - La Grazia della Contemplazione
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corpo secondo l’arbitrio soltanto della sua volontà. Pertanto uno stesso modo
                  d’agire caratterizza entrambi nella similitudine benché non sussista una perfetta
                  uguaglianza. Il cherubino guarda al propiziatorio quando trae una similitudine
                  dalla  creatura  razionale  per  la  contemplazione  del  Creatore.  Nella  creatura
                  razionale  possiamo  trovare  addirittura  un’immagine  della  Trinità.  C’è  infatti
                  qualcosa che viene dalla mente stessa, cioè la sua sapienza, e qualcosa che viene
                  dalla sapienza e da lei stessa, cioè il suo amore. Ogni mente ama la sua sapienza
                  e per questo l’amore della sua sapienza procede da entrambi. La sapienza viene
                  dalla sola mente, l’amore viene dalla mente e dalla sapienza. Così il Figlio, che è
                  la sapienza del Padre, nasce solo dal Padre; lo Spirito Santo, che è l’amore di
                  entrambi, procede dal Padre e dal Figlio. In questo modo il secondo cherubino
                  può  utilmente  volgersi  verso  il  propiziatorio,  poiché  cerca  la  testimonianza
                  della similitudine nella speculazione delle cose divine. Bisogna poi notare che
                  quelle tre dimensioni della creatura razionale non costituiscono una trinità di
                  persone come invece avviene in Dio. Considera dunque che in tali speculazioni
                  la  similitudine  relativa  alla  Trinità  è  sempre  limitata  da  una  più  grande
                  dissomiglianza. Ma non c’è da meravigliarsi che il secondo cherubino tocchi più
                  da  vicino  il  lato  della  dissomiglianza  e  guardi  più  da  lontano  il  lato  della
                  similitudine. Se vuoi considerare con meraviglia come il Figlio, cioè la sapienza
                  del Padre, si sia incarnato, come sia venuto a noi senza allontanarsi dal Padre,
                  considera nell’immagine della Trinità la sola sapienza della mente che prende
                  voce umana, esce nella voce del corpo e viene riconosciuta, ricordata e tuttavia
                  non si separa mai dalla mente dalla quale è nata. Nella mente ci sono molte cose
                  per  le  quali  il  secondo  cherubino  deve  volgersi  al  propiziatorio.  Ecco  ormai
                  abbiamo  chiarito  come  i  due  cherubini  debbano  reciprocamente  guardarsi
                  secondo il comando del Signore e sappiamo anche per quale ragione e per quale
                  utilità debbano volgere i loro volti al propiziatorio.


                                                     Capitolo XXI

                       Alla frequenza dei tre ultimi generi di speculazione si accompagna la
                                          frequenza delle divine rivelazioni


                  Non si deve trascurare quello che viene promesso a Mosè dal Signore: Quindi io
                  parlerò a te da sopra il propiziatorio, cioè in mezzo ai due Cherubini (Es. 25,22). Pensa
                  quanto grande sia e quanto sia stato importante in ogni momento volgersi a Dio
                  cercare  e  ricevere  in  qualsiasi  necessità  il  consiglio  divino  e  allora  potrai
                  accorgerti  di  come  sia  necessario  e  utile  volgersi  familiarmente  a  questi  tre
                  generi di speculazione: io ti parlerò da sopra il propiziatorio in mezzo ai due
                  cherubini. Se vuole dunque avere familiarità con la rivelazione, ascenda l’uomo
                  al suo pensiero più alto e, trascendendo con la mente quel propiziatorio, resti in
                  mezzo  ai  due  cherubini,  in  modo  che  per  il  terzo  genere  di  contemplazione
                  ascenda al quinto e al sesto. La mente elevata sopra il propiziatorio è tra i due
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