Page 101 - La Grazia della Contemplazione
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Non poté infatti vederla secondo ciò che egli voleva sulla base del suo potere.
                  Aronne invece aveva la possibilità di entrare nel sancta sanctorum quante volte il
                  suo ministero e la ragione lo richiedessero e vedere dentro tra il velo, l’arca del
                  Signore. È noto che il sancta sanctorum aveva nel tempio dell’alleanza un luogo
                  intimo  e  segretissimo.  Come  dunque  intendiamo  per  la  cima  del  monte  il
                  vertice  dell’intelligenza,  così  intendiamo  per  il  sancta  sanctorum  l’intimità
                  dell’intelligenza  umana.  Ma  nell’anima  umana,  l’intimità  e  il  vertice  sono  la
                  stessa  cosa.  Intendiamo  dunque  la  stessa  cosa  per  il  vertice  del  monte  e  per
                  l’oracolo dei tabernacolo dell’alleanza. Che cosa è dunque salire alla vetta del
                  monte  a  entrare  nel  segreto  del  tabernacolo  se  non  ascendere  al  vertice  o
                  all’intimità  del  pensiero  e  rimanervi?  Per  il  primo  tabernacolo  intendiamo  il
                  comune stato d’animo; per il secondo intendiamo quello che pochi conoscono e
                  che si attua sulla base di un trascendimento della mente. Al primo è relativa la
                  razionalità, al secondo il senso intellettuale. Nel primo speculiamo intorno alla
                  nostra essenza invisibile, nel secondo contempliamo la realtà invisibile di Dio.
                  Ma il velo divide questi due stati, (quello comune a tutti e l’altro noto a pochi).
                  Quando infatti veniamo rapiti  sopra noi  stessi, ovvero dentro noi stessi nella
                  divina contemplazione, dimentichiamo non solo ciò che è fuori di noi, ma anche
                  ciò che è dentro di noi. E anzi, quando ritorniamo in noi stessi, non possiamo
                  più  ricordarci  di  ciò  che  abbiamo  visto  in  quella  luce,  in  quella  verità.
                  Ricordiamo sì qualcosa, ma come attraverso un velo, o attraverso la nebbia e
                  non siamo in grado di comprendere il senso e il modo della nostra visione. In
                  modo singolare, ricordando non ricordiamo dimenticando ricordiamo, vedendo
                  non  vediamo  a  fondo,  scrutando  non  scrutiamo  fino  in  fondo,  entrando  non
                  penetriamo.  Vedi  certo  che  la  mente  umana  sia  che  entri  nell’intimo  luogo
                  segreto, sia che esca da quello verso le cose esteriori, vedi, dico, che comunque
                  passa attraverso il velo dell’oblio. È la stessa cosa entrare nella nube ed entrare
                  nel velo. Benché dunque riguardi la stessa cosa, è diverso ciò che faceva Mosè
                  da quello che faceva Aronne, in quanto il primo, giungeva a ciò solamente sulla
                  base del beneplacito di Dio, l’altro invece vi giungeva per il suo ministero e, in
                  gran  parte,  per  la  sua  stessa  volontà.  Ma  perché  Aronne  potesse  entrare
                  all’interno  del  velo  quando  volesse  o  dovesse,  egli  aveva  preparato  un  abito
                  pontificale a ciò idoneo. Tale abito pontificale simboleggia i meriti della virtù
                  per i quali si può avere il ministero di tale grazia. Bisogna inoltre che proceda
                  non  solo  con  l’abito  pontificale,  ma  anche  nella  nebbia  del  fumo  aromatico,
                  secondo  il  comandamento  del  Signore,  colui  che  vuole entrare  all’interno  del
                  velo,  perché  il  momento  del  suo  ingresso  sia  lieto  per  l’esalazione  del  suo
                  desiderio,  come  per  emanazione  del  fumo  aromatico,  benché  giunga  fino  a
                  disprezzarsi e ritenga che quasi nulla dell’ornamento dell’uomo interiore possa
                  piacere.  Per  questo  Mosè  lascia  il  popolo  ai  piedi  del  monte  e  Aronne  lascia
                  l’abito  comune  davanti  all’ingresso  del  tabernacolo,  lo  stesso  Mosè  sale  nel
                  monte con gli anziani d’Israele, e Aronne entra con l’ornamento pontificale nel
                  tabernacolo.  Ed  ha  lo  stesso  significato  il  fatto  che  degli  anziani  solo  Giosuè
                  giunga alla vetta e solo con l’incenso si entri nel sancta sanctorum; ha lo stesso
                  significato che l’uno entri nella nube, l’altro nel velo, poiché tra le due azioni,
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