Page 96 - La Grazia della Contemplazione
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cherubino, quando il quinto genere di contemplazione asserisce dal canto suo
certe verità senza voler affatto negare la verità dell’altro. I cherubini si
guardano, quando i due ultimi generi di contemplazione si vengono
reciprocamente incontro e affermano concordemente la verità. Un cherubino
guarda l’altro quando, come accade solitamente, la nostra speculazione
comincia dal penultimo grado e termina nell’ultimo o al contrario comincia
dall’ultimo e scende al penultimo.
Capitolo XX
Reciproco apporto delle ultime tre speculazioni
I due cherubini non devono solo guardarsi reciprocamente, ma anche volgere il
volto nel propiziatorio. I cherubini volgono il loro volto verso il propiziatorio
quando i due ultimi generi di contemplazione traggono, in ciò che
concordemente contemplano nella sublime realtà divina, da ciò che è relativo al
quarto genere di contemplazione una similitudine razionale a testimonianza
delle loro asserzioni. Il quarto genere di contemplazione è indicato dal
propiziatorio, così come nei due cherubini intendiamo il quinto e il sesto. Come
poi abbiamo detto sopra, il quarto genere di contemplazione è relativo a ciò che
si deve considerare dello spirito razionale, ma creato. Il quinto e il sesto genere
di contemplazione riguardano invece ciò che si deve considerare dello spirito
increato e divino. Poiché sappiamo che lo spirito razionale è fatto a immagine
del Creatore, a ragione cerchiamo in esso una similitudine molto familiare e
formiamo un certo criterio della nostra ricerca. Da quella natura, dico, nella cui
condizione l’orma divina è fortemente impressa e assai chiaramente manifesta,
traiamo con sicurezza la similitudine. Il fatto che i cherubini volgono il loro
volto verso il propiziatorio significa che la creatura razionale si volge alla
speculazione delle cose divine e che dalle similitudini trae molto vantaggio per
l’intelligenza della divinità. Se ti meravigli del perché quel sovrano artefice di
tutto ha voluto tante e così varie specie di cose e del perché le produsse fin
dall’inizio del mondo dal nulla, pensa a come sia facile per l’anima umana in
ogni momento figurarsi pér mezzo della immaginazione qualsiasi immagine e
formare, come dal nulla, quasi creature particolari, tutto ciò che vuole senza
una preesistente materia. Ti sembrerà per questo meno strano ciò che prima ti
sembrava incredibile. In ciò troverai che la cosa notevole è quella che ha
riservato a sé la verità delle cose, cioè la suprema verità. Se ti meravigli come un
unico Dio possa essere in diversi luoghi, non diviso in parti, ma dovunque
interamente, pensa come un’unica anima sia diffusa in tutto il corpo, ma non
divisa, così che in ogni parte essa si trova interamente, pensa come si rapporta
l’anima al corpo reggendolo come il suo mondo. Se dunque ti meravigli come
Dio regge con un solo cenno della sua volontà senza contraddizione tutte le
cose del mondo, pensa come anche l’anima muove e ordina le membra del