Page 95 - La Grazia della Contemplazione
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molto più sublimi le verità riguardo la Trinità delle persone. Esse sopravanzano
le strettezze della ragione umana e addirittura la stordiscono e per questo
riguardano il secondo cherubino.
Giustamente, come s’è detto, poiché le cose relative all’unità della sostanza
divina sono relative al primo cherubino, quelle relative alla Trinità delle
persone riguardano il secondo cherubino; la prima considerazione riguarda il
quinto grado di contemplazione, la seconda il sesto.
Capitolo XIX
Il reciproco apporto delle due ultime speculazioni
Da queste due considerazioni, cioè sul quinto e sesto genere di contemplazione,
bisogna fare attenzione a dire ciò che riguarda un tipo di contemplazione senza
distruggere ciò che riguarda l’altro. Così nel ragionare dell’unità della sostanza
divina non dobbiamo perdere l’accorgimento trinitario e nel confermare la fede
nella Trinità non dobbiamo perdere il concetto dell’unità sostanziale. I due
cherubini debbono reciprocamente guardarsi e non devono volgere gli occhi
della speculazione a nulla di diverso. Molti che comprendono il senso della
unicità della suprema divinità, non vogliono accettare per fede la Trinità; e
molti che comprendono il senso della Trinità, perdono il senso della unità. Ano
dice: altro è il Padre, altro il Figlio, altro lo Spirito Santo. Direbbe bene se si
riferisce alla diversità della persona, ma non alla differenza, della sostanza. Egli
perde cioè l’unità divina. Sabellio dice: Uno solo è Dio. Lo stesso Dio quando
vuole è Padre, Figlio e Spirito Santo, ma egli è sempre uno. Costui cerca di
svuotare la fede della Trinità. In tal modo i nostri Cherubini distolgono gli occhi
dal reciproco guardarsi, perché con diverse proposizioni e con diversi
ragionamenti asseriscono cose contrarie e reciprocamente opposte. Secondo il
primo cherubino diciamo che Dio è uno, unico e che ha creato tutto dal nulla.
Coi secondo cherubino affermiamo che altro è colui che genera e altro chi è
generato e altro chi procede da entrambi. Ma i due cherubini si guardano l’un
l’altro, perché un unico Dio è trino nelle persone. Diciamo secondo il primo
cherubino che Padre, Figlio, Spirito Santo sono uno in una sostanza, in una
essenza, in una natura. Diciamo secondo l’altro cherubino che altro è il Padre
come persona, altro il Figlio come persona, altro lo Spirito Santo come persona.
Si guardino i cherubini reciprocamente e professino l’identità sostanziale
insieme con l’alterità personale, poiché il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo non
sono tre dèi, ma un unico Dio. Per il secondo cherubino crediamo che la
sostanza del Figlio sia unita in una persona alla nostra sostanza. Secondo il
primo cherubino affermiamo che una e unica è la sostanza delle tre persone
Padre, Figlio, Spirito Santo. D’altra parte, crediamo nella reciproca intuizione
che solo il figlio è veramente incarnato. Il cherubino guarda il cherubino,
quando l’uno non contraddice ciò che l’altro afferma. Il cherubino guarda il