Page 87 - La Grazia della Contemplazione
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spesso e molto, ciò che tu chiami un poco e un poco. Infatti, allunghi il poco in
molto e in questo modo inganni l’amico tuo, stanchi il tuo diletto. Oh quanto
meglio che tu stessi attenta davanti alla porta, per aspettare con Abramo ed Elia
la venuta del tuo diletto, per corrergli incontro quando viene e accoglie
nell’esultanza. Dovresti certo come colomba del tuo diletto nelle caverne della
rupe, nei nascondigli delle balze scoscese, aperte le ali e proteso il capo,
guardare fuori e aspettare ansiosamente la venuta del tuo unico, con il canto e il
gemito dei colombi. Ma forse i nostri cherubini non hanno ali, o se le hanno,
non le hanno aperte. Forse non abbiamo ancora compiuto la nostra opera e non
abbiamo ancora dato quella forma angelica a quell’unico blocco aureo secondo
il comando del Signore.
Capitolo XIV
Pochi hanno l’anima sempre pronta a ricevere la grazia
Taccio di quelli che sono fuori, che non hanno potuto conoscere la dolcezza
della grazia, che non ascoltano i suoi comandamenti dagli scritti e dalle parole
dei dottori e tuttavia non hanno pace, chiedendo il tempo della penitenza nei
loro peccati di ogni giorno. Tra questi alcuni ascoltano volentieri le parole di
vita, ma nella loro ricerca dicono: Manda e rimanda. E mentre ogni giorno
accumulano peccati su peccati, chiedono di aspettare e aspettare ancora e
domandano il tempo per pentirsi e ogni giorno rimandano il momento del
pentimento.
Certo tutto il tempo di questa vita appare troppo piccolo alla mente carnale per
soddisfare il desiderio. E mentre un’anima così fatta sciupa molto tempo,
considerandolo un momento, parla alla divina pazienza dicendo: Un poco e
ancora un poco. Ma per tacere di costoro, che diremo di noi, che abbiamo
accolto l’abito della religione, che ci siamo esercitati nella spiritualità, che
abbiamo ricevuto i pegni dell’amore divino? Soprattutto noi che diremo se non
abbiamo altro dovere che leggere, cantare e pregare, meditare, speculare e
contemplare nella libertà e vedere quanto è dolce il Signore? Non ci
vergogneremo di dire stancando lo sposo nostro: Manda e rimanda, manda e
rimanda ancora, aspetta e torna a aspettare, aspetta e torna a aspettare, ancora un po’,
ancora un po’ (Is. 28,10). Ogni giorno voi che vi dedicate alla lettura e alla
meditazione accogliete i suoi messaggeri, conoscete la sua volontà. Ogni volta
che dalle profondità della Scrittura ricaviamo nuova intelligenza riceviamo
infatti i messaggeri dello sposo. Ogni nostra lettura, ogni nostra acuta
meditazione è volta a ciò.
Alcuni messaggeri vanno incontro a coloro che leggono, altri a coloro che
meditano segreti divini e portano i comandi dello sposo e istruiscono intorno a
ogni cosa. Spesso accade che la stessa Scrittura quando viene esposta in modo
vario ci dice in uno stesso tempo molte cose, ci insegna che cosa lo sposo voglia