Page 80 - La Grazia della Contemplazione
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Chi è simile a Te che fai cose mirabili? (Es. 15,11). Vedi dunque se ciò in cui siamo
simili a Dio non riguardi per caso un solo lato e se ciò in cui siamo dissimili non
riguardi l’altro lato. Un lato del nostro propiziatorio può essere inteso come
similitudine della divinità nelle sostanze razionali, l’altro lato indica la
dissomiglianza nelle stesse sostanze rispetto alla suprema divinità. Per questo
un cherubino sta da una parte, l’altro dall’altra; vediamo il come e il perché
della posizione di ciascuno. Sopra abbiamo detto che a un cherubino è relativa
la contemplazione delle cose che sono sopra la ragione, ma non fuori della
ragione. All’altro la contemplazione di ciò che sta sopra la ragione e fuori della
ragione. È ovvio che la contemplazione ricordata per prima è molto più facile
dell’altra e a essa dobbiamo volgerci innanzitutto. L’altra poiché è più difficile
deve essere tentata dopo. La prima è indicata dal primo cherubino, la seconda
dal secondo cherubino. Il primo cherubino deve stare da un lato, il secondo
dall’altro. Dunque un cherubino sta da un lato, quando il raggio della
contemplazione si fissa in quelle cose che possono essere ricercate o confermate
facilmente adattando a esse qualsiasi similitudine. Dall’altro lato sta il
cherubino quando l’umana intelligenza si eleva alla contemplazione di ciò che
può essere piuttosto velato che scoperto dalle similitudini. Al primo lato è
relativa la considerazione delle similitudini e all’altro lato la considerazione
della dissimilitudine. È ovvio che le cose che possono essere comprese più
facilmente che sono più vicine alla ragione e sono in armonia con lei possono
essere indicate con qualche similitudine. Le altre invece tanto più si allontanano
dalla ragione umana, quanto più trascendono la possibilità di ogni similitudine.
Pertanto il primo cherubino sta nel lato della similitudine, il secondo cherubino
dal lato della dissimilitudine, perché quelle cose che non sono fuori dalla
ragione e ammettono qualche similitudine tocchino da vicino il lato della
similitudine o vi si uniscano nella considerazione. Similmente le cose che sono o
fuori o contro la ragione sopravanzano le caratteristiche di ogni similitudine e
abbiano il lato della dissomiglianza vicino per guardarla. Se poi l’uno e l’altro
lato si vogliono riferire alla destra e alla sinistra, certo tale nuova similitudine ci
conduce alla medesima conoscenza. La destra infatti suole essere più spesso
usata nel lavoro e per questo appare più spesso. La sinistra invece resta per lo
più nascosta sotto le vesti e più raramente si mostra. Dunque con la sinistra
sono indicate le cose più occulte, con la destra sono indicate le cose meglio
manifeste. Il primo cherubino è a destra perché fissa l’occhio della
contemplazione nelle cose che non sono completamente estranee alla ragione. Il
secondo cherubino è a sinistra perché contempla solo quelle cose che sembrano
contraddire l’umana ragione.
Capitolo IX
L’amore verso gli altri e verso se stessi viene ordinato da questi due generi di
contemplazione