Page 76 - La Grazia della Contemplazione
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dove  tutto  non  è  costituito  di  parti  poiché  è  semplice  assolutamente,  dove
                  l’universale  viene  indicato  come  il  particolare,  dove  il  tutto  coincide  con  i
                  singoli, dove ogni cosa è uno e l’uno è ogni cosa, soccombe l’umana ragione.
                  Cosa può fare qui l’immaginazione? Senza dubbio non può affatto aiutare, nella
                  intuizione di queste cose, anzi può porre solo degli ostacoli.


                                                       Capitolo V

                            L’eccellenza di questi due ultimi generi di contemplazione


                  Si  comprende  facilmente  quale  sia  l’eccellenza  di  questi  due  ultimi  generi  di
                  speculazione  poiché  ogni  loro  considerazione  o  intuizione  riguarda  l’altezza
                  delle cose divine. Pensi dunque chi può di quanto la scienza umana sia salita,
                  quando merita di venire sollevata a questi gradi di contemplazione. Essa infatti
                  nei primi gradi della contemplazione si avvia verso la perfezione, in questi due
                  ultimi raggiunge la perfezione e la pienezza. Nei primi due veniamo avviati alla
                  conoscenza  delle  cose  esteriori  e  corporali.  Nei  due  gradi  intermedi  veniamo
                  educati alla conoscenza delle creature invisibili e spirituali. Nei due ultimi gradi
                  veniamo  sollevati  all’intelligenza  della  realtà  sopraceleste,  divina.  Noi
                  dobbiamo dunque  cominciare dagli elementi noti  e  ultimi; quindi sollevare  a
                  poco  a  poco  la  nostra  conoscenza  e  salire  per  mezzo  delle  cose  sensibili  alla
                  visione delle cose invisibili. Quando infatti tu abbia appreso la conoscenza delle
                  cose esteriori e tu abbia esercitato i tuoi sensi nella dottrina che le riguarda, devi
                  salire alle cose più alte e paragonarle alla conoscenza delle creature spirituali.
                  Ma per quanto tu ti sia in questo nuovamente e pienamente esercitato secondo
                  le tue possibilità, hai sempre la possibilità di salire più in alto. Restano dunque
                  lontano  queste  cose  alte  e  divine;  sforzati  per  quanto  puoi  di  raggiungerle.
                  Certo se ti sarai sollevato alla speculazione di queste cose, non potrai trovare
                  nessuna cosa che stia oltre e alla quale tu possa ancora salire. Certo oltre Dio
                  non c’è nulla e per questo la scienza non può salire oltre, più in alto. Se dunque
                  i  cherubini  significano  la  pienezza  della  scienza  vedi  come  giustamente
                  quell’ultimo  elemento  della  nostra  opera  sia  detto  cherubino  nel  quale  sono
                  indicati  i  supremi  gradi  di  ogni  conoscenza.  Puoi  ogni  giorno  avanzare  nella
                  conoscenza di Dio e in questo volo sublime puoi ogni giorno diventare sempre
                  più  sublime.  Ma  non  puoi  trovare  alcuna  luce  al  di  sopra  di  questa
                  contemplazione. Altro è infatti avanzare in tal genere di visione e allargare la
                  conoscenza di Dio e altro è voler cercare qualcosa di altro e di più alto sopra
                  questa, perché non potresti affatto trovarlo. Sopra Dio non c’è nulla e non può
                  nemmeno esserci e non può essere pensato. Non c’è nulla di più alto in cui la
                  scienza salga o possa salire. La pienezza dunque della scienza è conoscere Dio,
                  la  pienezza  poi  di  questa  scienza  è  pienezza  di  gloria,  perfezione  di  grazia,
                  eternità  della vita:  Questa  è  la  vita  eterna:  che  conoscano  Te  vero  Dio  e  Colui  che
                  mandasti, Gesù Cristo (Gv. 17,3).
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