Page 77 - La Grazia della Contemplazione
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Conosci dunque chi è il vero Dio, è il termine di ogni perfezione. Alla pienezza
                  di questa scienza questi ultimi gradi di speculazione a poco a poco ci sollecitano
                  e talvolta ci conducono. La perfezione di questa  pienezza  comincia in questa
                  vita,  ma  nella  vita  futura  si  compie.  Giustamente  dunque  la  figura  di  questa
                  opera è il Cherubino poiché ci avvia alla pienezza di ogni scienza.


                                                      Capitolo VI

                      È arduo e difficile commisurare a sé la grazia in questi ultimi generi di
                                                    contemplazione


                  Ma ora consideriamo perché ci sia comandato di fare tali ultime immagini, cioè
                  i  cherubini,  con  il  metallo  duttile. Il  metallo  viene  modellato  con molti  colpi,
                  quasi come ferendolo e viene portato a poco a poco alla forma voluta battendo
                  lungamente. Credo dunque che ciò sia perché dobbiamo raggiungere il segreto
                  che desideriamo piuttosto con la compunzione che con la profonda ricerca, con
                  i  sospiri  più  che  con  gli  argomenti,  con  molti  gemiti  più  che  con  molte
                  argomentazioni.
                  Sappiamo  poi  che  nulla  purifica  il  segreto  del  cuore,  nulla  la  mente,  nulla
                  pulisce la nebbia dell’ambiguità, nulla porta la serenità del cuore meglio e più
                  presto  del  vero  pentimento  dell’anima,  cioè  della  profonda  e  intima
                  compunzione. Dice la Scrittura: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio (Mt. 5,8).
                  Cerchi dunque la purezza del cuore chi desidera vedere Dio e chi vuole salire
                  alla  contemplazione  delle  cose  divine.  Occorre  molta  insistenza  e  molta
                  diligenza  in  questa  assidua  ricerca  prima  che  l’anima  possa  pulirsi  da  ogni
                  scoria  di  amore  terreno  e  la  bruci  con  la  fiamma  del  vero  amore,  prima  che
                  purifichi l’oro della sua intelligenza  e  lo renda degno  e idoneo a un compito
                  così grande! Certamente e senza contraddizione non è facile né cosa da poco
                  dare all’anima umana una forma angelica e passare al di sopra delle categorie
                  mondane e umane, ricevere le ali spirituali ed elevarsi alla sommità. Molte volte
                  è necessario  gettare  l’oro nel fuoco e  nuovamente estrarlo  e volgerlo  da ogni
                  lato battendolo con frequenti colpi, prima che possa dargli una forma angelica e
                  produca il cherubino.  Quanta prudenza e quanta cura nel formare la materia
                  della nostra opera! Deve essere modellata ora dal divino amore, ora dal divino
                  timore,  perché  l’animo  non  si  sciolga  in  una  eccessiva  confidenza  nel  favore
                  divino, né si raffreddi fino alla disperazione, indurito dal timore della severità
                  divina  e  diffidi  di  poter  giungere  al  compimento  dell’opera  iniziata.  Con
                  prudente  osservazione,  con  frequenti  rimproveri  bisogna  vigilare  e  insistere
                  perché  nessun  eccesso  della  mente  e  nessuna  divagazione  si  nasconda  alla
                  perspicacia  della  discrezione  e  perché  non  passi  senza  essere  fortemente
                  redarguita e punita. Ma chi potrebbe degnamente descrivere di quale arte e di
                  quale sollecitudine ci sia bisogno, affinché la figura delle creature celesti non si
                  trasformi nella figura di animali alati, affinché dunque l’anima umana non si
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