Page 71 - La Grazia della Contemplazione
P. 71
verso i beni maggiori o quelli minori; laddove ogni nostro affetto sarà ordinato,
così in ogni cosa senza dubbio sarà ugualmente moderato. Quale sarà il numero
delle virtù in tanti affetti ordinati e moderati? Se puoi sollevarti a questa
considerazione, mi meraviglierei se tu non credessi che sono migliaia di
migliaia. Guarda dunque quale spettacolo sia e quanto sia bello che le anime
sante, forti di molte virtù, che possano avere anche in futuro, siano da noi
contemplate e ammirate.
Capitolo XXIV
La considerazione di ciò che riguarda il quinto grado
Nel quinto grado di questa contemplazione, come abbiamo già detto sopra,
ammiriamo la qualità e il modo della grazia che ispira. Senza dubbio qualunque
cosa buona si realizzi nel cuore dei buoni, è dovuta alla grazia dello Spirito
Santo e ai suoi sette doni. Ecco un solo e medesimo Spirito ispira sempre e
dovunque tante menti e dona i molteplici doni della sua grazia. Ecco lo Spirito
medesimo in diversi modi informa le menti di tanti uomini e senza alcuna
costrizione inclina la volontà di molti alla sua volontà e nella sua rivelazione la
verità è conosciuta e la bontà amata. Senza la cooperazione della grazia non
siamo capaci di conoscere la verità e di amare la virtù. D’altra parte è grande e
straordinario che qualsiasi opera virtuosa che in noi si compie, viene ascritta a
nostro merito. In modo mirabile e incomprensibile lo Spirito inspira in noi la
sua volontà cosicché debba essere considerato merito nostro qualsiasi cosa la
grazia della sua bontà imprima o rigeneri in noi. Qualsiasi buona volontà si
fonde al beneplacito divino in forza della grazia, salvo restando però la libertà
dell’arbitrio dell’umana volontà, e senza alcuna costrizione; per questo tutto ciò
che nell’anima si compie per divina ispirazione nel libero consenso della mente,
si converte in merito per la gloria futura. La grazia che coopera con noi nel
suggerire il bene, pone in noi ciò che aumenta il debito, ciò che aumenta il
merito e altre cose che riguardano l’inizio del premio. La divina benevolenza
aumenta il debito della nostra servitù e ci rende a lui più soggetti, tutte le volte
che aumenta in noi il dono della scienza e della sapienza. Ciò dunque aumenta
il debito, piuttosto che il merito. Ma qualsiasi virtù la bontà divina ci ispiri,
aumenta il merito. E qualsiasi cosa dell’interiore dolcezza, qualsiasi cosa della
divina soavità venga divinamente infusa nelle nostre menti, risulta essere in
certo modo l’inizio del premio. Un unico e medesimo Spirito compie tutto ciò;
infatti la sua unzione ci insegna ogni cosa e la carità di Dio è posta nei nostri
cuori, per mezzo dello spirito santo che ci è stato donato; ed è ovvio che
qualsiasi gioia è nello Spirito Santo. Volete poi sapere più chiaramente per
quale frutto lo Spirito Santo sia solito fecondare la nostra anima? Il frutto dello
Spirito - dice l’Apostolo - è la carità, la gioia, la pace, la pazienza, la longanimità, la
bontà (Gal. 5,22-23). Grandissime cose, innumerevoli cose opera in noi lo Spirito,