Page 66 - La Grazia della Contemplazione
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e quanto ogni giorno guadagni o perda, con quanta attività dell’anima egli si
                  dia  da  fare  per  distruggere  il  male  passato,  per  evitare  quello  presente,  per
                  prevenire  quello  futuro,  con  quanta  costanza  d’animo  cerchi  di  recuperare  il
                  bene  perduto,  di  custodire  e  moltiplicare  il  bene  posseduto.  È  una  visione
                  gradita,  buona  e  piena  di  letizia,  secondo  la  prima  considerazione  ricercare
                  teoricamente  le  qualità  dell’anima,  i  suoi  pensieri  e  i  suoi  affetti;  e  ammirare
                  tutto ciò. È una speculazione magnifica e un grandissimo diletto avere davanti
                  agli occhi, conformemente alla seconda speculazione, tante virtù dell’anima e
                  tanti suoi esercizi, e tante sue ricerche e tanti suoi meriti e contemplare a lungo
                  tutto ciò.


                                                     Capitolo XIX

                   Non possiamo comprendere con nessun senso le cose che riguardano la terza
                                                      definizione

                  Ma  è  degno  di  considerazione  il  fatto  che  il’  Signore  ha  taciuto  intorno
                  all’altezza del nostro propiziatorio, mentre ha indicato con tanta precisione la
                  lunghezza  e  la  larghezza.  Si  è  dimostrato  sopra  che  riguardano  questa
                  considerazione le cose relative alla glorificazione, così come quelle relative alla
                  giustificazione  riguardano  la  larghezza.  Ma  quale  uomo  può  comprendere  la
                  misura della nostra glorificazione? Chi ha potuto sperimentare in sé o negli altri
                  la  glorificazione?  In  questa  vita  l’uomo  non  può  avere  nemmeno  una
                  argomentazione idonea intorno a essa né può sperimentarla. Per questo non è
                  prescritta  alcuna  misura  all’altezza  dell’opera,  perché  il  modo  della  nostra
                  glorificazione non può essere compreso da nessuno dei nostri sensi. E certo il
                  propiziatorio deve avere un qualche spessore, ma non è confrontato con le altre
                  dimensioni.  Così  abbiamo  la  certezza,  sulla  base  della  fede,  della  nostra
                  glorificazione, benché non possiamo intenderne con l’intelligenza la quantità e
                  la qualità. Ma l’umana avidità stima poco o niente affatto tutto ciò che non può
                  provare  con  l’esperienza.  Sappiamo  che  dopo  la  piena  purificazione  della
                  coscienza, dopo molti esercizi di giustizia, la mente umana comincia talvolta a
                  sperare ciò che prima poteva a stento credere e in questo modo la misura del
                  nostro propiziatorio sale in alto ed esso diventa solido. Credo che riguardi la
                  solidità ditale propiziatorio il fatto che la mente comincia a gloriarsi nel Signore
                  e  a  rallegrarsi  non  poco  per  la  valida  testimonianza  della  coscienza  tanto  da
                  osare di dire: La nostra gloria è questa, la testimonianza della coscienza (2 Cor. 1,12).
                  Tu poi, se vuoi che il tuo propiziatorio salga in alto fino al punto di diventare
                  già  in  questa  vita  convenientemente  solido,  non  desistere  mai,  non  riposare
                  mai,  fino  a  quando  tu  non  abbia  ottenuto  il  pegno,  per  così  dire  di  quella
                  pienezza,  fino  a  quando  tu  non  abbia  ricevuto  le  primizie  dell’eterna  felicità,
                  fino  a  quando  tu  non  abbia  cominciato  a  gustare  la  dolcezza  della  divina
                  soavità. Volle animarci a questo desiderio colui che disse: Gustate e vedete come è
                  buono il Signore  (Sal. 33,9).  Crediamo che il tuo propiziatorio abbia una certa.
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