Page 61 - La Grazia della Contemplazione
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canterai nei tuoi precordi: Benedirò il Signore che mi ha dato l’intelletto (Sal. 15,7).
                  Se  pensi  all’intelligenza  angelica,  proclamerai:  Signore  conosci  la  mia  ignoranza
                  (Sal. 68,6).
                  È dunque utile e necessario che io mediti sulla mia ignoranza, per sapere che
                  cosa mi manca, e  per  dire  col beato Giobbe:  Se  ignoro qualcosa, istruitemi  (Gb.
                  6,24).  Ma  quando  guardo  in  me  stesso  in  che  modo  o  quanto  spesso  mi  ha
                  manifestato i segreti della sua sapienza, l’anima mia magnifica il Signore che ci
                  ha  dato  una  conoscenza  al  di  sopra  degli  uccelli  e  dei  giumenti,  perché  egli
                  stesso è colui che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Vedi certa
                  mente  quanto  siano  utili  queste  due  considerazioni,  cioè  porre  l’attenzione
                  all’affetto  della  volontà  razionale  e  al  senso  della  ragione.  Ma  che  dirò  della
                  terza  considerazione  nella  quale  ammiriamo  e  contempliamo  l’essenza
                  dell’anima,  la  natura  dell’essenza  e  l’eccellenza  della  natura?  Credo  che
                  l’esperienza  possa  insegnare  a  ciascuno  come  questa  speculazione  possa
                  sostenere l’anima contro il vizio e sollecitarla al bene. Conosci, o uomo, la tua
                  dignità, medita sull’eccellenza della natura della tua anima, come Dio l’abbia
                  fatta  a  sua  immagine  e  somiglianza,  come  l’abbia  posta  sopra  ogni  creatura
                  corporea  e  comincerai  ad  ammirare  come  l’inclita  vergine  figlia  di  Sion  sia,
                  venuta dal cielo, e allora comincerai a cantare: Che cosa ho nel cielo e che cosa ho
                  voluto sulla terra? (Sal. 72,25).
                  Quale meraviglia, se nel ricordo della mia creazione e davanti all’anima mia, mi
                  coglie un senso di confusione? Chi non si vergogna di avere asservito al corpo
                  la signora del mondo, la cittadina del cielo, la diletta di Dio, di averla prostituita
                  agli  spiriti  immondi,  d’averla  tenuta  a  lungo  sotto  il  giogo  della  servitù,  nei
                  desideri della carne? Si meraviglierà chiunque penserà alla sua anima, quando
                  avrà posto attenzione a che cosa è e a che cosa avrebbe dovuto essere. Viene di
                  qua che si meraviglia del suo stato e di come è fatta, quasi signora delle genti,
                  vedova,  donna  di  provincia,  caduta  sotto  il  tributo.  Credo  che  abbia  voluto
                  chiamarci a questa considerazione colui che disse: Che cosa è, Israele, che ti tiene
                  nella terra dei nemici, per cui sei invecchiata in una terra straniera, ti sei contaminata
                  con i morti, ti sei posta accanto a loro che sono nella fossa? (Bar. 3,10-11). In questa
                  triplice  considerazione,  dobbiamo,  come  s’è  detto,  portare  a  termine,il
                  propiziatorio quanto alla sua lunghezza.


                                                     Capitolo XIV

                     L’indicazione di quelle cose che non possono essere comprese in questo
                                               grado della speculazione

                  Nella prima e nella seconda considerazione hai allargato la tua conoscenza fino
                  a  un  cubito,  ma  nella  terza  non  ti  è  possibile.  Dove  infatti  puoi  trovare  uno
                  strumento idoneo per ciò che occorre conoscere, quivi senza dubbio raggiungi
                  un cubito di rara certezza, perché puoi conoscere con l’esperienza la cosa. La
                  tua  scienza  cresce  a  un  cubito  pieno,  quando  raggiunge  per  mezzo
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