Page 8 - La Grazia della Contemplazione
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della  mente  intorno  a  qualcosa  da  analizzare,  fatta  con  insistenza,  ovvero:  la
                  meditazione  è  previdente  analisi  dell’animo  occupato  intensamente  nella
                  ricerca della verità; il pensiero invece è lo sprovveduto sguardo dell’animo che
                  è volto al basso e che divaga. Si vede pertanto che a queste tre facoltà è comune
                  e  quasi  elemento  sostanziale  un  aspetto  dell’animo.  Quando  infatti  non  si
                  considera nulla con la mente, non si può dire o affermare nulla. È comune poi
                  alla  contemplazione  e  alla  meditazione,  l’occuparsi  di  cose  utili  e  il  dedicarsi
                  assiduamente soprattutto agli studi della sapienza o della scienza. Ma in questo
                  invero sogliono differire soprattutto dal pensiero, che è solito in momenti isolati
                  lasciarsi  andare  a  cose  inette  e  frivole  e,  senza  alcun  freno  di  discrezione,
                  volgersi  con  interesse  a  ogni  cosa.  E  d’altro  canto  è  però  comune  alla
                  contemplazione e al pensiero volgersi qua e là con libero movimento e secondo
                  una spontanea inclinazione e non essere trattenuti dal loro impetuoso dirigersi
                  qua e là da nessun ostacolo e difficoltà. Differiscono poi soprattutto proprio in
                  questo  dalla  meditazione,  la  cui  analisi  si  attua  sempre  con  qualche  fatica  e
                  attività operosa, sia nell’apprendere le cose più ardue con difficoltà dell’animo,
                  sia  nell’irrompere  nelle  più  misteriose,  sia  nel  penetrare  nelle  più  nascoste.
                  Accade  tuttavia  spesso  che  nel  vagare  dei  nostri  pensieri,  l’animo  incontri
                  qualcosa che desidera intensamente sapere, e vi si soffermi insistentemente. Ma
                  mentre la mente, soddisfacendo al suo desiderio, si dedica a una ricerca di tal
                  genere,  già  pensando  supera  la  misura  del  pensiero  e  il  pensiero  passa  alla
                  meditazione.
                  Suole  poi  accadere  qualcosa  di  tal  genere  anche  per  quel  che  riguarda  la
                  meditazione. Infatti la verità, ricercata tanto a lungo e finalmente conseguita, la
                  mente  suole  accoglierla  con  avidità,  ammirarla  con  esaltazione  e  indugiare  a
                  lungo  ad  ammirarla.  E  questo  è  già,  nel  meditare,  superare  la  meditazione  e
                  passare  dalla  meditazione  alla  contemplazione.  È  pertanto  proprio  della
                  contemplazione stare fissa con ammirazione nello spettacolo della sua letizia. E
                  in questo si vede la sua differenza tanto dalla meditazione quanto dal pensiero.
                  Infatti il pensiero, come già si è detto, si distrae sempre qua e là con incedere
                  errabondo, mentre la meditazione tende sempre, con movimento fisso, alle cose
                  ulteriori.


                                                       Capitolo V

                           Come il modo della contemplazione si attui multiformemente

                  Ma  innalzandosi  quel  sagace  raggio  della  contemplazione  sempre  dalla
                  grandezza  dell’ammirazione  verso  qualcosa,  tuttavia  questo  non  si  attua
                  sempre  in  un  solo  modo  né  uniformemente.  Infatti  quella  vivacità  di
                  intelligenza che si trova nell’animo di colui che contempla, con mirabile agilità
                  ora va, ora viene, ora quasi si gira intorno, ora poi quasi si raccoglie in unità e si
                  fissa immobilmente. E se analizziamo giustamente l’apparenza di questa cosa,
                  la vediamo ogni giorno nei volatili del cielo. Puoi vederne alcuni alzarsi verso
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