Page 6 - La Grazia della Contemplazione
P. 6
nei giorni prescritti, e pertanto non mettono in pratica ciò che si legge nel
Salmo: Siate liberi e contemplate perché io sono il Signore (Sal. 45,11). E coloro che si
liberano dal corpo, ma si lasciano trasportare ovunque dal cuore, non meritano
affatto di vedere quanto è dolce il Signore, quanto è buono il Dio di Israele,
verso coloro che sono giusti (Sal. 72). E per questo i nemici deridono il loro
Sabato (Lam. 1). Ma il vero Giacobbe non cessa di lavorare, finché raggiunga il
fine del suo desiderio, servendo presso il vero Labano, veramente puro, perché
glorificato, lui che il Padre ha glorificato presso di sé con lo splendore che ebbe
prima della creazione del mondo (Gv. 12). Egli dovette patire e così entrare
nella sua gloria (Lc. 24), affinché all’aspetto servile sovrapponesse il candore
della gloria, e fosse veramente puro, più bianco della neve (Sal. 50), incoronato
di onore e gloria, e diventasse bello non solo davanti ai figli degli uomini, ma
anche davanti agli spiriti degli angeli, e tale che a lui gli angeli desiderino
volgere lo sguardo (1 Pt. 1). Vedi quanto grande sia questa grazia, per la quale
tanto pazientemente, tanto volentieri si lavora e che si acquista con tanta fatica e
con tanta gioia si possiede. E di tale grazia invero Mosè tratta con linguaggio
figurato in parecchi luoghi delle Scritture; ma la distingue più pienamente con
mistica descrizione là dove la divide in generi.
Capitolo III
La caratteristica della contemplazione
e in che cosa differisce dalla meditazione e dal pensare
Affinché poi possiamo meglio comprendere ciò che si deve dire intorno alla
contemplazione, e più giustamente giudicare, dobbiamo ricercare prima in che
cosa consista, con determinazioni o definizioni, e poi in che cosa differisca dalla
meditazione e dal pensare. Dobbiamo pertanto sapere che un solo e medesimo
argomento possiamo considerano in un modo con il pensiero, approfondirlo in
un altro con la meditazione, e contemplano in un altro con la contemplazione. E
queste tre attività differiscono molto tra loro nel modo, anche se hanno in
comune la materia. Infatti intorno alla stessa materia agisce in un modo il
pensiero, in un altro la meditazione, e in un modo di gran lunga diverso la
contemplazione. Il pensiero vaga qua e là, dappertutto, attraverso vie solitarie,
lentamente, senza preoccuparsi della meta. La meditazione si affanna attraverso
luoghi spesso aspri e impervi verso il fine da raggiungere con grande impegno
dell’animo. La contemplazione con libero volo si aggira con mirabile agilità
dovunque l’impeto la trascina. Il pensiero striscia, la meditazione cammina e
spesso corre. La contemplazione invece sorvola tutto e quando vuole si libra al
sommo. Il pensare è senza fatica e risultato. Nella meditazione vi è la fatica col
risultato. La contemplazione resta senza fatica con risultato. Nel pensiero c’è il
peregrinare, nella meditazione la ricerca, nella contemplazione l’ammirazione.
Dall’immaginazione proviene il pensiero, dalla ragione la meditazione,
dall’intelligenza la contemplazione. Ecco codeste tre facoltà: immaginazione,